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I soldi dei rimborsi Iva non andranno alle imprese ma alle banche

Giulio Bucchi
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  di Fosca Bincher Per la quarta volta nel giro di un anno il governo di Mario Monti è andato a pescare nel fondo dell'Agenzia delle Entrate per rimborsare i crediti Iva a imprese e contribuenti per finanziare tutt'altra cosa.  È successo venerdì notte quando è stato approvato un emendamento alla legge di stabilità per utilizzare le somme accantonate per saldare quel debito del fisco con i contribuenti al fine di pagare  la quota che l'Italia deve sottoscrivere in base a trattati per gli aumenti di capitali di banche internazionali. Nell'emendamento, che aggiunge un versamento di 1,617 miliardi di euro per l'aumento di capitale della Banca europea per gli investimenti, si stabilisce di prelevare dal fondo per i rimborsi Iva del 2013 i 295 milioni di euro previsti ogni anno dal 2013 al 2022 per sottoscrivere gli aumenti di capitale dell'Ida-Banca mondiale, del Fondo globale per l'ambiente, del Fondo africano di sviluppo, del Fondo asiatico per lo sviluppo, del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo e perfino del Fondo speciale per lo sviluppo della Banca per lo sviluppo dei Caraibi. Insomma, si sviluppano tutti salvo che le imprese italiane, a cui il governo Monti per l'ennesima volta toglie ossigeno necessario e soprattutto dovuto.  La somma in sé non sembra enorme, però si aggiunge a miliardi di euro già prelevati a copertura di altri provvedimenti. Tanto è che l'emendamento è stato congelato per qualche giorno per avere dalla Ragioneria generale dello Stato la sicurezza che questi fondi fossero disponibili. Leggi l'articolo integrale di Fosca Bincher su Libero in edicola oggi, domenica 16 dicembre    

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