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Pensioni ecco le simulazioni per chi lavora oggi

Ignazio Stagno
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Cambia tutto per le pensioni. Dopo l'approvazione del Def ieri in Senato, arrivano nuove norme per i trattamenti previdenziali di chi oggi lavora ed ha tra i 30 e i 40 anni di età. Secondo quanto riferisce il documento economico finanziario del governo, il ministero del lavoro informerà progressivamente tutti i lavoratori delle diverse gestioni Inps sulla loro futura condizione pensionistica attraverso il "Progetto trasparenza". Si tratta della famosa "Busta arancione", il documento che indica al lavoratore la data del pensionamento ed una stima dell'assegno che andrà ad incassare, documento che fin qui l'Inps ha inviato solo a pochissimi soggetti a campione. Nel frattempo, grazie alla simulazione basata su dati Progetica per il Corriere della Sera, vediamo quali sono le variabili che andranno a comporre l'entità della pensione di quelli che sono gli odierni 30/40enni. Le variabili sono tante e riguardano la carriera ma anche l'andamento dell'economia del Paese. Secondo queste variabili il rapporto fra la pensione e l'ultima busta paga potrà variare tra il 48% e il 93%, ossia la differenza che corre fra l'avere un vitalizio molto simile all'ultimo stipendio o vivere a mezza pensione.  La carriera - Oltre alla dinamica della carriera vanno considerate per la futura pensione altre due variabili fondamentali: l'andamento del Pil ed il fattore demografico. A determinare l'entità dell'assegno pensionistico non saranno solo gli "scatti" di carriera, ma anche l'aspettativa di vita (con l'invecchiamento della popolazione si andrà in pensione sempre più tardi) e l'andamento dell'economia italiana. Infatti nel sistema contributivo le pensioni sono agganciate alla media quinquennale del Pil.  Le previsioni - Ecco dunque le previsioni. Gli assegni pensionistici da sistema contributivo sono legati all'andamento dell'economia, segnatamente alla media quinquennale del Pil. Fra il 2009 e il 2013 la media è stata pari allo 0,8%, portando i contributi versati a perdere potere d'acquisto in termini reali. "Più la carriera e il Pil crescono - spiega Andrea Carbone, partner di Progetica - più l'importo della pensione sarà elevato in termini assoluti. Se invece si guarda al rapporto fra pensione e ultima retribuzione le cose cambiano, con un rapporto decisamente più basso. E' necessario essere consapevoli che se l'economia va bene gli assegni pensionistici sono decisamente più alti".  Le variabili - Per un lavoratore trentenne il periodo dell'addio al lavoro oscilla fra il 2050 e il 2053, a seconda dei diversi scenari sull'allungamento della speranza di vita: più si vive a lungo, maggiore sarà l'incremento dei requisiti per andare in pensione. Per avere una pensione più alta è fondamentale avere una continuità contributiva. Gli stop ai contributi sono una piaga che coinvolge tanto i giovani precari quanto gli esodati ultrasessantenni. Per un trentenne, nell'esempio portato da Progetica, tre sospensioni di un anno nell'arco di dieci anni possono portare in media 51 euro in meno al mese rispetto a pensioni considerate già basse (da 600 a 1.000 euro al mese).  Le cifre - Come racconta Qui Finanza le varazioni tra l'ultima busta paga prima del trattamento previdenziale e la prima pensione possono essere consistenti in base all'andamento del Pil. I trentenni: chi guadagna oggi 1000 euro avrà una pensione che può variare da un minimo di 670 euro ad un massimo di 930 euro. Chi invece avrà come ultima busta paga un reddito da 1350 euro percepirà da un minimo di 770 euro ad un massimo di 1040 euro. Per la fascia di reddito di chi percepisce a fine carriera 1800 euro, in pensione potrebbe ricevere un assegno da un minimo di 880 euro ad un massimo di 1180 euro. Le cose non vanno meglio per la fascia dei quarantenni. Chi guadagna a fine carriera 1500 euro porterà a casa in pensione un reddito che può oscillare da un minimo di 1010 euro ad un massimo di 1290 euro. Chi invece oggi ha 40 anni e prevede di chiudere la sua esperienza lavorativa con un reddito di 1840 euro avrà un assegno pensionistico che oscillerà tra i 1080 euro e 1380 euro. Infine chi chiuderà la carriera con una busta paga di 2240 euro avrà un assegno pensionistico che andrà da un minimo di 1160 euro ad un massimo di 1470 euro. 

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