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Pagare le tasse è una professione,tre giorni di lavoro solo per il fisco

La settimana lavorativa degli italiani è immolata sull'altare dello Stato tassarolo. Dal lunedì al mercoledì si va in ufficio o in azienda solo per riempire le casse dell'erario

Ignazio Stagno
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Pagare le tasse è un lavoro. Infatti la settimana lavorativa dell'italiano medio è immolata sull'altare del Dio Fisco. Sette giorni di lavoro per riempire le casse dello Stato. Immaginate una settimana di duro lavoro in ufficio o in fabbrica. Non importa dove. Il risultato non cambia: sei giorni li passate a sgobbare per far fronte alle mazzate fiscali che vi piovono in testa.  Fino a mercoledì si lavora per pagare le tasse. Da giovedì a sabato invece gli sforzi e il sudore del lavoro servirà per portare qualche euro nelle tasche. Questo è quello che è successo agli italiani negli ultimi mesi del 2012: la pressione fiscale negli ultimi tre mesi dell'anno ha toccato il 52%. Un record che ha fatto segnare anche un aumento di 1,5 punti percentuali rispetto al 2011. Colpa soprattutto dell'acconto Imu. Insomma la verità è amara: si lavora solo per pagare Tares, Tia, Irpef e Imu. Che la pressione fiscale in Italia sia una delle più alte al mondo non è una novità, ma che si debba lavorare solo per tappare le falle del bilancio statale sembra davvero un paradosso. Se gli italiani spendono il loro stipendio per le imposte di sicuro non hanno denaro per mettere in moto la macchina dei consumi. Così arriva il blocco delle imprese e un avvitamento pericoloso che ci porta sempre più verso il baratro. Lo stipendio infatti dovrebbe essere il propulsore dei consumi che danno reddito alle imprese che attivano il ciclo produttivo. Ma al tempo dei tecnici a regnare è solo la settimana tassarola. Con buona pace di chi lavora onestamente. (I.S.)

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