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Italia sotto attacco, asta Bot deserta e spread alle stelle. Borghi: "O la Bce ci aiuta o muore l'euro"

Giulio Bucchi
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La chiamano già "febbre turca", e la prossima vittima potrebbe essere l'Italia. La crisi della Lira di Ankara svalutata ha mandato a picco tutte le Borse europee, ma è a Piazza Affari che si sono segnalate le turbolenze più preoccupanti. Soprattutto, lo spread tra Btp e Bund ha chiuso in rialzo a 278,8 punti, punta massima da maggio scorso. Quasi contemporaneamente, emerge un altro dato significativo: l'asta per i Bot annuali è andata deserta e sono rimasti invenduti titoli di Stato per 600 milioni di euro. D'altronde, gli esperti della banca d'affari JP Morgan stanno consigliando ai loro clienti di evitare gli acquisti di titoli di Stato dell'area periferica dell'Eurozona. Leggi anche: Golpe finanziario sull'Italia, le date dello tsunami Stanno per arrivare tempi durissimi (tra un paio di settimane sull'Italia si abbatteranno i temutissimi giudizi delle agenzie di rating e il sottosegretario Giancarlo Giorgetti ha svelato i suoi timori a Libero) e Claudio Borghi, presidente della Commissione bilancio della Camera, non si nasconde: "Tutti sanno che il recinto che protegge la preda presto verrà tolto, e la speculazione finanziaria vede il debito della periferia come un facile bersaglio e si sta posizionando in vista dei prossimi sviluppi". Il deputato leghista, storica voce euro-scettica tra gli economisti nostrani, intervistato da Bloomberg lancia il sasso: "È significativo che un evento esterno come la Turchia, che non ha nulla a che vedere con l'Italia, produca un effetto simile" a quello che si vede sullo spread italiano. E su Twitter è ancora più esplicito: "Io sono sereno come l'arcobaleno... ormai credo che il meccanismo sia innescato. O arriverà la garanzia Bce o si smantellerà tutto... non vedo terze vie". Smantellare tutto si traduce con un tombale "fine dell'euro" e tanti saluti.

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