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Vittorio Feltri: "Disgrazie e crisi finanziaria mostruosa? Ecco qual è la vera follia nella manovra"

Davide Locano
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Ancora non abbiamo letto una legge economica del governo, a parte la questione del debito fissato al 2,4 o al 2,6 per cento, e già il sistema fibrilla. I commentatori più accreditati annunciano disgrazie in vista. Saremo travolti da una crisi finanziaria mostruosa, usciremo dall'Europa e il Paese affonderà. Queste sono le previsioni non tutte campate in aria. Ma discutibili. Indubbiamente vari provvedimenti dell'esecutivo lasciano perplessi perché gravano sulla spesa in misura eccessiva, per esempio il reddito di cittadinanza, la chiusura festiva dei negozi, l'abolizione della riforma Fornero. Roba che pesa sulle uscite e non è compensata da entrate adeguate. Sicché l'Italia dovrebbe andare in malora. Salvini viene accusato di ogni nefandezza e la polemica divampa. Ci si dimentica che da almeno venti anni, i governi di vario colore che si sono succeduti, non hanno fatto altro che aumentare il passivo, salito a livelli insopportabili. L'annunciata spending review non è stata realizzata neanche per scherzo. Non un euro è stato tagliato. Gli esecutivi di destra e di sinistra si sono guardati dall'amministrare correttamente il denaro pubblico, il nostro, tanto è vero che i soldi investiti malamente sono sempre stati di più di quelli incassati dallo Stato, e ciò ha provocato buchi pazzeschi nei conti. Eppure nessuno ha protestato. Anzi, i progressisti in particolare si sono vantati ripetutamente di aver gestito la baracca correttamente. Mentre ora che al timone ci sono i leghisti e i grillini, essi gridano allo scandalo aggiungendo che l'Ue finirà per espellerci dalla comunità. Parole al vento, visto che rispetto a 10 anni orsono non è cambiato nulla. Le uscite seguitano ad essere superiori alle entrate, oggi quanto ieri. Il problema è il seguente: anziché sperperare quattrini per assistere i mantenuti, bisogna risparmiare per giungere al pareggio contabile. O si capisce il concetto riassunto o l'Italia non avrà pace. Non siamo in grado, se abbiamo in tasca mille euro, di investirne duemila per andare incontro ai presunti poveri, ai quali occorre solo dire di imparare un mestiere per trovare un impiego remunerativo. Tutto il resto è chiacchiera vana. Prima di distribuire la ricchezza, serve procurarsela. I governi non hanno facoltà di rilanciare l'economia, al massimo si richiede ad essi di non ostacolarla con l'oppressione fiscale. Cosa che non hanno mai fatto. Non sono all'altezza di distribuire risorse inesistenti a chi lavora in nero o non lavora affatto. di Vittorio Feltri

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