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Pensioni, Pasquale Tridico propone la correzione sull'aspettativa di vita: "Cosa cambierà dopo i 60 anni"

Caterina Spinelli
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Per Pasquale Tridico, presidente dell'Inps, la soluzione alla questione pensioni c'è. "Serve una riforma in grado di superare le età di pensionamento uguali per tutti. Si potrebbe pensare - spiega in una lunga intervista al Messaggero - ad un sistema di coefficienti che tengano conto appunto della gravosità del lavoro. Sarebbe un modo per prevedere un'età di uscita dal lavoro per ogni categoria, in maniera flessibile". Una mossa che andrebbe però inevitabilmente a penalizzare i contributi versati. Allora, trova immediatamente una soluzione Tridico, "si può pensare ad una correzione di una norma che reputo ingiusta, cioè l'incremento dell'aspettativa di vita con effetti sui requisiti di pensionamento per tutti", anche su chi è già vicino alla pensione. In sostanza, "si dovrebbero neutralizzare gli effetti degli incrementi sull'età di pensionamento, da una determinata età in poi, ad esempio da 60 anni: in modo che l'aumento dell'aspettativa di vita sia bloccato per le singole coorti di lavoratori. Per ogni anno di nascita una certa aspettativa, che poi non cresce più. Così si dà certezza". Leggi anche: Pensioni e immigrati, la verità nmascosta nei numeri: gli extracomunitari ci vanno prima degli italiani Non solo, le proposte in cantiere del presidente Inps non finiscono qui: "C'è anche l'ipotesi di creare un fondo integrativo pubblico". L'idea è permettere a chi ha redditi bassi o instabili oggi di avere anche una pensione integrativa domani, con defiscalizzazioni maggiori, e strumenti che vadano ad integrare la pensione obbligatoria proprio per i periodi in cui si è versato di meno. Insomma, serve una buona riforma per dare finalmente una svolta a ciò che in Italia fatica ancora a ingranare. 

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