"Un intervento ci sarà". Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti è stato chiaro, il governo metterà le mani sulle pensioni. Nonostante i tweet di Matteo Renzi che invitano al silenzio e alla calma secondo alcune indiscrezioni a tra palazzo Chigi e via XX settembre si lavora ad un dossier con tre ipotesi sul campo per capire quale sia la strada da seguire per la riforma delle pensioni. Come racconta il sole 24 Ore la prima ipotesi è quella del contributo di solidarietà. Contributo - Un prelievo forzoso sugli assegni più elevati già esiste. Ed è quello introdotto, con la legge di stabilità 2014, dall'esecutivo Letta per le pensioni oltre i 90mila euro lordi, dopo la bocciatura della Consulta per una misura simile voluta da Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi nel 2011 e confermata da Mario Monti. Attualmente, infatti, chi percepisce tra 14 e 20 volte il trattamento minimo Inps (cioè tra 7 e 10mila euro lordi mensili) deve rinunciare al 6% dell'importo, che sale al 12% per chi si assesta tra 20 e 30 volte il minimo (pari a 14.800 euro) e al 18% per chi supera tale soglia. Il governo a questo punto potrebbe decidere di abbassare l'asticella fino a 3000-3500 euro. Un'ipotesi questa consigliata da Yoram Gutgeld, il guru economico del premier, che prevede un taglio del 10% e a un blocco dell'indicizzazione per gli assegni oltre i 3.500 euro lordi calcolati secondo il metodo retributivo. Calcolo - La seconda ipotesi sul tavolo, sempre secondo il Sole 24 Ore, prevede una stretta più generalizzata sui trattamenti già in corso di erogazione e calcolati secondo il metodo retributivo o misto. Come proposto nello studio pubblicato a gennaio su Lavoce.info da Tito Boeri, Fabrizio Patriarca e Stefano Patriarca, che punta a decurtare gli assegni retributivi di un tot rispetto allo scostamento da pensioni analoghe calcolate con il contributivo. Più nel dettaglio, i tre economisti pensano a un contributo pari al 20% dello squilibrio sulle pensioni tra 2 e 3mila euro, al 30% tra 3 e 5 mila euro e al 50% oltre tale livello. Insomma tra ipotesi, smentite e piani segreti, una cosa è certa: il governo Renzi busserà alle porte dei pensionati.
