Roma, 17 lug. (Adnkronos Salute) - "Ci preoccupa fortemente il decreto sulla revisione della spesa pubblica. Piu' se ne approfondisce la lettura e i contenuti, piu' emerge che nella nostra Regione si avranno forti ripercussioni sui livelli occupazionali per migliaia di lavoratori". La pensano cosi' Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Tommaso Ausili, segretario generale della Cisl del Lazio, e Luigi Scardaone, segretario generale della Uil di Roma e del Lazio. "Il pensiero - sostengono - va soprattutto alle societa' in house dirette e indirette partecipate dalla Regione Lazio per le quali il decreto, senza alcuna possibilita', impone la soppressione o la dismissione". "A oggi nel Lazio - continuano - si contano 21 societa' partecipate sia direttamente che indirettamente da parte della Regione. Per oltre la meta' di queste, il decreto non lascia scampo. Particolarmente in pericolo sono 'Lazio service' con oltre 1.300 dipendenti e 'Lait Spa', che svolgono per conto della Regione in regime di 'house' la totalita' dei servizi, in aggiunta ad altre quali 'Sviluppo Lazio' e sue partecipate. In totale, con la soppressione delle societa', rischiano il posto di lavoro circa 3mila lavoratori. Oltre alle societa', il decreto impone anche una forte razionalizzazione e riduzione degli enti partecipati tra i quali le agenzie e gli Enti Parco che a oggi danno lavoro a diverse centinaia di famiglie. In aggiunta alle preoccupazioni relative alle societa' - aggiungono - quello che ci inquieta sono i tagli che il decreto impone alla Regione per la sanita', i trasporti e i servizi sociali. Sulla sanita', in particolare, si rischia di vanificare i significativi risultati raggiunti sulla riduzione del disavanzo, passati da 1,4 miliardi nel 2009 a circa 800 milioni nel 2011. La riduzione di trasferimenti nell'ordine di circa 90 milioni per il 2012 e del doppio per gli anni 2013-2014, oltre che far aumentare il disavanzo, rischiano di tagliare i servizi essenziali ai cittadini in una regione gia' fortemente penalizzata nel corso degli ultimi cinque anni". "Per quanto riguarda la riduzione dei trasferimenti - concludono - si rischia una pesante riduzione dell'offerta per il Tpl locale in quanto le riduzioni andranno ad aggiungersi ai tagli gia' intervenuti con le manovre dell'ultimo anno. Tutto questo e' inaccettabile. Invitiamo dunque la Regione Lazio a tenere fede all'impegno assunto con le organizzazioni sindacali di categoria nel corso dell'incontro del 12 luglio scorso in merito alla difesa dei livelli occupazionali in tutte le societa' in house e al mantenimento dei servizi offerti ai cittadini e rinnoviamo alla presidente Renata Polverini la richiesta gia' inoltrata con la lettera unitaria del 12 luglio 2012, rimasta a oggi senza risposta. Ai sindaci del Lazio e ai presidenti di Provincia chiediamo di promuovere un'azione comune per far valere le specificita' della Regione Lazio e scongiurare le ricadute devastanti che il decreto, se non corretto, provochera' sul territorio della nostra Regione".