Cerca
Logo
Cerca
+

Bce, sì dei giudici tedeschi al QE. Ma con riserva: "Tre mesi alla Bundesbank", ombre cupe sul futuro dell'euro

  • a
  • a
  • a

La Corte Costituzionale tedesca ha confermato - con enormi e pesantissime riserve - la legalità del Quantitative Easing della Bce, ovvero la possibilità che l'Eurotower acquisti tioli di Stato privati lanciato nel 2015, all'epoca di Mario Draghi. Una decisione attesissima poiché un "no" avrebbe messo in grossa difficoltà i mercati, in un periodo già di per se drammatico a causa del coronavirus. La sentenza negativa avrebbe infatti come coneseguenza estromesso la Germania dal più importante programma straordinario varato dalla Banca centrale europea in seguito alla crisi finanziaria del 2008.  Ma questa estromissione, è ancora possibile.

 

Gli otto giudici di Karlsruhe guidati da Andreas Vosskuhle erano chiamati a decidere se il programma di acquisti di bond cominciato dalla Bce nel 2015 (ufficialmente per combattere la deflazione, ma il QE ha enormemente contribuito a spingere la ripresa economica successiva), violasse o meno il mandato della Bce stessa. I giudici tedeschi dovevano decidere insomma se le decisioni dell'Eurotower fossero incompatibili con il divieto per la Banca centrale europea di finanziare debiti.

Eppure come detto non si tratta di un via libera incondizionato. Il sì arriva con molte, pesantissime riserve. Il Pspp (questo il nome tecnico del piano di acquisti di tioli di Stato), secondo il giudizio dei giudici teutonici, sarebbe frutto di gravi negligenze del governo tedesco. La Core infatti lancia pesantissime accuse al Parlamento affinché adottino misure contro il piano di acquisti, poiché "vìola in parte" la Costituzione tedesca poiché governo e Bundestag "Non hanno esaminato le decisioni della Bce". Insomma, sì con riserva e promessa di guerra.

 

Ma non solo. Come riporta Bloomberg, la Corte costituzionale tedesca dà tre mesi di tempo alla Bce, per fare chiarezza sul programma di acquisto dei bond, accogliendo parte del ricorso contro le misure attuate a partire dal 2015. Questo significa che la Bundesbank, al prossimo giro di acquisti di bond, potrebbe anche votare "no". Il risultato? Una spaventosa crisi di liquidità che metterebbe ko l'intera Eurozona, in particolare l'Italia, che in queste settimane sta approfittando del QE più degli altri paesi. Uno scenario cupo, spaventoso, e che potrebbe anche sfociare nella crisi finale dell'euro, una moneta unica che ora sembra ancor più fragile. 

Il punto, nel dettaglio, è che per la Corte tedesca i programmi di acquisti di bond contrastano le competenze della stessa Bce. Per la prima volta nella storia della repubblica, l'organo principale della giustizia del paese afferma in buona sostanza che le misure prese da un organo europeo "non sono coperte dalle competenze europee" e per questo "non potrebbero avere validità in Germania". La Corte chiede alla Bce di giustificare il suo agire, con tutte le drammatiche conseguenze che questo potrebbe comportare. Con buona pace della solidarietà europea e di un'Europa che continua a non esistere.

 

 

Dai blog