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Massimo Cacciari sul caso-Repubblica: "Comanda Elkann, così come Berlusconi comanda altri gruppi editoriali"

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Come sempre, piuttosto definitivo. Si parla di Massimo Cacciari, intervistato da affaritaliani.it per parlare del caso Repubblica-La Stampa ed Fca, ossia il presunto conflitto d'interessi. Breve sintesi: il colosso dell'auto guidato da John Elkann con sede fiscale in Olanda chiede allo Stato un prestito di 6,3 miliardi di euro e questo, ovviamente, scatena una furibonda polemica. I due quotidiani, il cui editore è Elkann, difendono Fca e finiscono nel mirino, anche delle loro stesse redazioni. Secondo Cacciari c'è conflitto di interessi? "Sì, ma francamente non è una grande novità. Durante tutta la sua storia la Fiat ha sempre utilizzato poderosi interventi statali e anche una poderosa macchina dell'informazione. La storia si ripete in modo identico, la Fiat è stata semi-salvata dallo Stato ed è sempre stata trattata bene dalla stampa".

 

Quando gli fanno notare che però Repubblica è notoramente un quotidiano di sinistra, il filosofo replica: "C'è stata una trasformazione della proprietà e ora il gruppo Repubblica-L'Espresso è in mano alla Fiat. È così e basta". E ancora: "Per quanto riguarda l'informazione, la carta stampata, è indubbio che in ultima istanza il consiglio di amministrazione, ovvero il padrone, è colui che decide. È impossibile che un giornale possa andare contro gli interessi della proprietà. Le notizie possono anche essere date in maniera perfettamente corretta, ma non saranno mai contro. Il Giornale non parlerà mai male di Silvio Berlusconi e allo stesso modo oggi Repubblica non farà mai servizi o articoli critici nei confronti della Fiat". E chissà cosa ne pensano, a Repubblica, del paragone impeccabile con Berlusconi, quel Cavaliere che hanno linciato per decenni. "È del tutto evidente che come Il Giornale e Mediaset non diranno mai che Berlusconi ha fatto o ha detto una cazz*** così Repubblica ora, dopo il cambio di proprietà, non scriverà mai contro la Fiat", conclude rincarando Cacciari.

 

 

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