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Pensioni, pessime notizie: un'ipotesi che toglie il sonno, ecco a chi viene tagliato l'assegno (e di quanto)

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La riforma delle pensioni è ancora al centro dei pensieri del governo di Mario Draghi. Tant'è che proprio oggi, 20 dicembre, ci sarà un tavolo tra esecutivo e sindacati per discutere della questione. In particolare, come riporta il Giornale, si contesta il fatto che effettuare un ricalcolo dell'assegno con il metodo contributivo porterebbe a una perdita netta stimata fra il 20 e il 35%. Dopo lo sciopero del 16 dicembre, quindi, si passa a nuove trattative.

 

 

 

"Vediamo se c'è davvero la volontà del governo di avviare un confronto e non solo un ascolto per superare le rigidità della legge Fornero", ha fatto sapere a Repubblica Roberto Ghiselli, segretario confederale e responsabile previdenza della Cgil. Per ora, comunque, è sicuro che, alla scadenza di Quota 100, l'anno prossimo entrerà in vigore Quota 102, che consiste nel raggiungimento di 64 anni di età e 38 di contributi. Mentre dal 2023 sarà ripristinata la Fornero, quindi pensione a 67 anni oppure con 42 anni e 10 mesi di contributi, con un anno in meno per le lavoratrici. 

 

 

 

L'idea di Mario Draghi, riporta il Giornale, è la cosiddetta Opzione Tutti, con la possibilità di avere una pensione associata a un assegno calcolato in base a quanto versato. Si tratterebbe di un ritorno al piano contributivo ma "in modo sostenibile per i conti". Per far quadrare i conti, quindi, qualcuno sarebbe costretto a vedersi tagliare l'assegno. Il taglio dovrebbe riguardare chi si trova nel sistema misto e ha diversi anni lavorati prima del 31 dicembre 1995 e conteggiati nel sistema retributivo. Un sistema simile a Opzione Donna, per cui alcune lavoratrici sono andate in pensione prima del tempo stabilito, a 58 o 59 anni, ma allo stesso tempo hanno perso un terzo del loro assegno. Dalla Cgil lamentano: "Lo Stato ci guadagna, il lavoratore prende meno soldi".

 

 

 

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