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Fisco, la trappola è online: l'arma perfetta, ecco quali evasori fiscali sono finiti

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Il Fisco le prova tutte pur di scovare gli evasori. L'ultima frontiera è quello dei controlli tramite siti web e social network. Una nuova arma prevista dal governo nel rispetto di quanto promesso all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ossia una modernizzazione dell'amministrazione fiscale. E così dal prossimo 14 giugno gli evasori dovranno stare attenti a tutto, anche a quello che pubblicano sui social. 

 

 

Non solo, perché l'esecutivo guidato da Mario Draghi annuncia la "piena utilizzazione dei dati che affluiscono al sistema informativo dell'anagrafe tributaria, potenziamento dell'analisi del rischio, ricorso alle tecnologie digitali e alle soluzioni di intelligenza artificiale, ferma restando la salvaguardia dei dati personali". Tutte pratiche che costringono il governo a trovare un accordo con il Garante della privacy. In particolare là dove si parla della "definizione di algoritmi appositamente addestrati ed altre soluzioni di intelligenza artificiale" indispensabili per "effettuare sistematicamente attività di analisi del rischio basate sulla raccolta massiva e sull'elaborazione automatizzata dei dati liberamente accessibili su siti e piattaforme web, nonché di quelli resi pubblici dagli utenti".

 

 

Come verrà allora tutelata la riservatezza? A parole verrà messa a punto una tecnica in grado di non rendere visibile la reale identità del contribuente, il cui nome sarà rivelato solo in caso di effettiva necessità di invio di lettera di comunicazione. Solo il Fisco deciderà come procedere: se tramite una lettera di compliance, nella quale si avvisa il cittadino e lo si invita a mettersi in regola, o se attraverso una comunicazione in cui vengono chieste spiegazioni su ciò che non torna. 

 

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