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Gas, Alessandro Sallusti: "Putin non c'entra. Chi sono gli alleati infedeli che lucrano sulla guerra"

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Certo, le sanzioni sono un problema, ma l'errore non è stato nel vararle - di fronte all'invasione di un paese amico non si poteva stare con le mani in mano- bensì non prevederne le conseguenze e quindi attrezzarsi per tempo.

«Che la risposta di Putin alle sanzioni sarebbe stata prima o poi il giro di vite sul gas lo davo più che scontato, direi ovvio», ripete come un mantra Paolo Scaroni, anni passati alla guida dell'Eni e profondo conoscitore delle logiche russe. Il suo allarme, scattato per tempo, è rimasto inascoltato e ora ne paghiamo le conseguenze. Al punto che anche l'imperturbabile Sergio Mattarella ha perso la pazienza e ieri per la prima volta ha puntato il dito contro l'Europa: adesso basta - ha detto il presidente - con lentezze e furbizie. E Matteo Salvini ha preso la palla al balzo: queste sanzioni vanno riviste.

 

Mattarella e Salvini usano parole diverse ma la sostanza è la stessa, che che ne dica la sinistra: così non funziona, cambiamo strada. Non certo Mattarella, ma penso neppure Salvini, intendono arrendersi a Putin, dargliela vinta calando le brache su sanzioni e gas. No, penso che soprattutto Mattarella parli a una generica nuora, l'Europa, perché suocere intendano. E chi sarebbero queste suocere? Ancora una volta bisogna ricorrere all'esperienza di Scaroni che in una recente intervista al Wall Street Italia ha fatto nomi e cognomi. 

Le cose stanno così: la Nato, che sulla vicenda Ucraina non è esente da responsabilità, ha giustamente imposto l'unità granitica dei paesi membri sia sul fronte militare che su quello economico. Bene, siamo d'accordo, è che tre dei paesi che ne fanno parte, Stati Uniti, Olanda e Norvegia, con la conseguente crisi del gas si stanno arricchendo, in quanto estrattori, come mai prima d'ora (di fatto vendono al prezzo deciso da Putin), mentre gli altri, soprattutto Italia, Germania e Francia, sono finiti nella palta. Insomma, l'Europa sta permettendo a tre paesi Nato di arricchirsi, addirittura speculare, sulla pelle degli altri soci di avventura. Per questo Mattarella ha detto basta e Salvini pure. Non c'entra Putin, c'entrano alleati infidi e furbetti che non vogliono condividere il peso inevitabile delle sanzioni. Che poi, nei fatti, sono i migliori alleati del despota di Mosca.

 

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