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Recessione e gas, il report: uno tsunami travolgerà l'Italia

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La Bundesbank vede "segnali di recessione che si moltiplicano" e prevede che il Pil della Germania diminuirà nel terzo e quarto trimestre di quest'anno e nel primo trimestre del prossimo anno. Il timore, se non la certezza, è il crollo tedesco sia l'antipasto di uno tsunami economico-finanziario destinato a rimettere in ginocchio l'Europa intera, Italia in testa, tra poche settimane. 

 "Dopo che la produzione economica è leggermente aumentata nel secondo trimestre, probabilmente diminuirà leggermente nel trimestre in corso", afferma l'attuale rapporto mensile di settembre della banca centrale tedesca. Per il quarto e il primo trimestre del 2023 è prevedibile un calo "notevole" del Pil. Inoltre, "vi sono stati crescenti segnali di recessione, nel senso di una chiara, ampia e prolungata flessione della produzione economica". Ciò, spiega ancora la Bundesbank, "è dovuto principalmente al fatto che le condizioni di approvvigionamento macroeconomico (in particolare l'approvvigionamento energetico) sono notevolmente peggiorate a causa della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina". L'elevata inflazione e l'incertezza riguardo all'approvvigionamento energetico e ai suoi costi non solo hanno colpito l'industria ad alta intensità di gas ed elettricità, le sue attività di esportazione e gli investimenti, ma anche i consumi privati ei fornitori di servizi da essa dipendenti.

 



Per l'inizio del terzo trimestre, la Bundesbank stima un aumento delle vendite al dettaglio, di ospitalità e turismo, ma allo stesso tempo un notevole calo della produzione industriale e delle costruzioni. La Bundesbank vede la possibilità che il razionamento del gas possa essere quasi evitato - anche senza consegne tramite il gasdotto Nord Stream 1 - grazie alle maggiori consegne da altri Paesi e ai progressi nel risparmio sui consumi e nello stoccaggio del gas. "Per questo, tuttavia, è necessaria un'ulteriore e significativa riduzione dei consumi di gas, soprattutto nelle famiglie private". 

 

 

 

 

In questo clima di inquieta attesa, si segnalano ovviamente le difficoltà delle Borse europee. La settimana inizia come si era chiusa la precedente: indici in calo, incertezza e grande attesa per le decisioni della Federal Reserve di mercoledì. Se è dato per scontato un nuovo aumento dei tassi di interesse (75 punti base, se non addirittura 100, come si sono spinti ad anticipare alcuni analisti dopo il dato sui prezzi americani della settimana scorsa), il mercato vuole capire quale direzione prenderà la Banca centrale americana nei prossimi mesi, anche alla luce del rischio recessione. In questo senso, a fare chiarezza potrà essere il presidente dell'istituto centrale Jerome Powell. "I future sui fed fund iniziano a incorporare tassi che si avvicinano al 4,50% nel secondo trimestre del prossimo anno", sottolineano gli analisti di Bnl. Così, dopo i cali dell'Asia (chiusa Tokyo per festività, giù le piazze cinesi e Seul) e di Wall Street, che ha archiviato l'ottava peggiore da giugno, gli indici europei partono in discesa. Milano arretra dello 0,93%, complice anche il calo tecnico dello 0,16% totale legato allo stacco cedole di Eni (dividendo da 0,22 euro per azione) e StMicroelectronics (dividendo da 0,0603 euro). Parigi cede lo 0,88%, Francoforte lo 0,56%, Madrid lo 0,34% e Amsterdam lo 0,47%. Chiusa la Borsa di Londra, il Paese osserva un giorno di lutto in occasione dei funerali della Regina Elisabetta II.

 

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