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Auto, la trappola per chi non può circolare: il guaio "scatola nera"

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Massimo Sanvito
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E così siamo arrivati al primo ottobre. La data che migliaia di milanesi (e non solo), colpevoli di avere un diesel Euro 4 o Euro 5 un benzina Euro 2, hanno cerchiato in rosso sul calendario. Da oggi(tecnicamente da lunedì) non potranno più circolare in città. Banditi. Ai margini della metropoli che finisce ai varchi di Area B. «Mezzi inquinanti», li hanno bollati così a sinistra. Eppure si tratta di macchine con appena dieci anni di vita, comprate con sacrifici anche grossi, che ora sono da buttare. Gli ambientalisti da salotto, sindaco in primis, hanno tirato dritto senza fare sconti a nessuno. Nonostante le proteste dei cittadini e del centrodestra, dell'associazione nazionale dei costruttori edili e dell'Automobile club Italia, dei sindaci dell'hinterland e financo dei poliziotti. Niente da fare. È uno schiaffo che fa male: non perché sia un'idea folle quella di obbligare 483.000 persone (dati Aci) a cambiare l'auto nel bel mezzo di una crisi ma anche perché il Comune non ha mai teso la mano. L'opzione del rinvio non è stata neppure valutata. «Anche oggi in giunta (ieri, ndr) ricordavamo come ogni passaggio che ha modificato la mobilità a Milano, a partire dalla pedonalizzazione di corso Vittorio Emanuele, via Dante, l'Area C, ha sempre suscitato tantissime polemiche», ha spiegato Beppe Sala. Aggiungendo: «Poi passa il tempo e la gente lo considera naturale o giusto. Ricordo che l'Area C ha prodotto nel tempo un 30 per cento in meno di traffico. È un buon riferimento». Sono le proporzioni, però, a essere diverse.
 

 

 

LA MAPPA DI DIVIETI E DEROGHE Cosa succederà ora? Nella più grande zona a traffico limitato d'Europa copre il72 per cento della città- ai veicoli Euro 4 ed Euro 5 diesel e ai benzina Euro 2 (compresi quelli per il trasporto merci con lunghezza superiore ai dodici metri) sarà vietato girare. Dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 19.30, le 188 telecamere di Area B saranno pronte a pizzicare le ultime vittime della furia green. È vero, ci sono delle deroghe, ma non basta. Per esempio, chi ha un'auto fuorilegge può comunque entrare nella ztl gigante 50 volte in un anno. Occhio, però a tenere monitorati i propri ingressi, registrandosi sul portale dedicato, perché il Comune non avviserà nessuno. Dal secondo anno, quindi da ottobre 2023, gli ingressi gratuiti si ridurranno a 25 per i residenti e solo cinque saranno quelli a disposizione di chi viene da fuori. Potranno salvarsi anche tutti coloro che hanno comprato, preso in leasing o a noleggio un'auto nuova: l'importante è che il contratto sia stato firmato entro il 14 settembre e che la richiesta di deroga (che dura un anno esatto) sia stata presentata prima del 19 settembre. E poi c'è la scatola nera, il famoso Move-In ideato da Regione Lombardia per provare a mettere una pezza alle restrizioni imposte da Palazzo Marino. Costa 50 euro all'anno e serve per continuare a circolare a bordo di un mezzo bandito dalle norme. I bonus prevedono 600 chilometri per i benzina Euro 2, 1.800 per i diesel Euro 4, 2.000 per gli Euro 5. C'è un problema, però.

 

 


Ovvero che il dispositivo registra via satellite tutte le percorrenze. Questo significa che se si viaggia dentro i confini di Area B ma al di fuori degli orari della ztl, oppure se si circola in un Comune dell'hinterland che nulla ha a che vedere coi nuovi divieti, i chilometri di bonus si consumano lo stesso. Ed è un bel guaio, perché stando così le cose gran parte dei benefici di Move-In si sciolgono come neve al sole. «Una partenza furba, di sabato. Quanto caos creerà questa nuova misura lo si vedrà solo lunedì», attacca Riccardo De Corato, fresco di elezione alla Camera con Fratelli d'Italia. «Lo smog non è la principale causa di inquinamento a Milano. La nostra metropoli, infatti, sorge in Pianura Padana, le cui condizioni geologiche, da sole, spiegano l'alto tasso di inquinamento dell'aria, causato da vari agenti e, solo in parte, dal traffico automobilistico», conclude. Pare che nemmeno gli ambientalisti, quelli duri e puri, concordino con le politiche del sindaco. «Non ho letto quello che ha detto Monguzzi (il capogruppo dei Verdi in Consiglio, ndr) su presunte spaccature. Rimane il fatto che la mia giunta rimane coesa, noi andremo avanti», ha detto Sala. Come a dire: protestate pure, tanto non vi ascolto... 

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