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Canone Rai fuori dalle bollette: ecco perché l'idea di Salvini è da sposare

Giancarlo Mazzuca
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Pochi se ne sono accorti, ma Matteo Salvini va avanti sul fronte delle bollette: tutto fa brodo, anche qualche tensione interna, pur di contenere l'escalation tariffaria della energia elettrica sempre più in orbita anche per via della guerra in Ucraina. Riassumiamo i fatti. Già da tempo il vice-premier insiste sulla necessità di togliere il canone annuale della Rai dalle bollette della luce per cercare di non gravare ancor più sulle tariffe elettriche e, di conseguenza, sui bilanci di imprese e di famiglie.

 


LA PROPOSTA
Qualche giorno fa, il 15 novembre, proprio il leghista Giancarlo Giorgetti, che guida il ministero dell'Economia, ha detto no alla proposta salviniana dopo aver avuto il parere dell'Autorità garante della concorrenza: almeno per il 2023, ha osservato, lo scorporo non sarebbe stato possibile. Ma Matteo non ha mollato la presa ed è subito tornato alla carica sullo scorporo del canone: non possiamo perdere tempo anche perché gli aiuti previsti dalla manovra appena varata potranno solo attenuare la crisi ma non saranno certo sufficienti a farci superare l'emergenza delle bollette.


E, nonostante la doccia fredda di via XX Settembre, come non dare ragione al segretario della Lega? Lo scrive oggi proprio colui che sei anni fa, dopo aver parlato con Bruno Vespa, lanciò sui giornali la proposta di inglobare la tassa tv nelle tariffe energetiche per cercare di sconfiggere l'evasione fiscale del canone che aveva raggiunto livelli astronomici. La mia proposta di accorpamento venne allora recepita da un altro Matteo, il premier Renzi che, con lo slogan «Pagare meno, pagare tutti», la mise subito in pratica salvo poi, due anni dopo, chiedere a fini elettorali l'abolizione «tout court» del canone. Quell'idea fu, giornalisticamente parlando, una piccola medaglia per il sottoscritto perché già nel 2016, nonostante l'abbassamento annuale del canone televisivo a cento euro, la Rai realizzò 500 milioni in più di incassi, con un aumento di 5,6 milioni di abbonati che ricomparvero dal nulla.

 

 


I TEMPI CAMBIANO
Ma c'è emergenza ed emergenza ed ora sono il primo ad ammettere che, se nel 2016 l'evasione fiscale faceva aggio su tutto il resto, oggi le priorità sono altre, con tantissimi "signor Rossi" che non riescono più ad arrivare alla fine del mese. E quindi, a cominciare dall'Autorità garante della concorrenza, cerchiamo tutti di essere più elastici. Sì, Salvini ha ragione: in questo momento dobbiamo davvero fare di tutto, con buona pace di Viale Mazzini, per cercare di ridurre i prezzi della luce. E la Rai? Pazienza. Anche perché, aggiunge il segretario del Carroccio, vedendo certi programmi dell'ente radiotelevisivo pubblico... 

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