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John Elkann, altro schiaffo all'Italia: dove produce la Panda elettrica

Benedetta Vitetta
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Per i lavoratori di Stellantis arrivano l’ennesimo, duro colpo da digerire. Uno schiaffo che giunge a pochissimi giorni dall’incontro fissato per mercoledì 6 dicembre al Mimit con il governo e i vertici del colosso mondiale dell’automotive franco-italiano. Solo ieri, infatti, hanno appreso che Stellantis inizierà a produrre la Panda elettrica a Kragujevac, negli ex impianti Zastava acquisiti da Fiat nel 2008 dove finora veniva realizzata la Fiat 500L. La conferma è arrivata direttamente dal presidente serbo, Aleksandar Vucic, nelle dichiarazioni congiunte alla stampa con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Belgrado. E oltre alla produzione della Panda elettrica, il capo dello Stato serbo ha anche aggiunto che questa produzione «potrebbe essere motore di nuovi investimenti nell’automotive, dove ci sono investimenti diretti enormi».

La produzione serba dovrebbe iniziare a partire dal prossimo aprile con l’obiettivo di realizzare 120-150mila vetture all’anno. Con ogni probabilità Kragujevac non sarà l’unico sito a produrre la Panda. Dovrebbero entrare in azione anche le nuove fabbriche realizzate in Marocco e in Brasile. Insomma, bene, ma non benissimo per i dipendenti di Stellantis che da anni sono in Cig o hanno visto col tempo ridurre sia il numero dei dipendenti sia diminuire le produzioni delle auto costruite nel Belpaese. E ora è alta la preoccupazione in quel di Pomigliano d’Arco dove oggi la Panda si fa ed è il modello più venduto di Stellantis: secondo indiscrezioni, la produzione continuerà e il modello si chiamerà, però, Pandina (nuovo marchio appena registrato da Stellantis).

La discesa in campo della Serbia spegne definitivamente i sogni che tanti anelavano che la nuova 500 elettrica potesse essere prodotta o in quel di Mirafiori o a Pomigliano. «I vertici devono comunicare il modello che sostituirà il dopo Panda a Pomigliano». Così ieri, in una dichiarazione a caldo, il segretario nazionale Fim Cisl, Ferdinando Uliano. «Lo scorso 23 novembre» ha ricordato il sindacalista, «la direzione di Stellantis in un incontro sindacale a Mirafiori ci aveva confermato la produzione di Panda nelle attuali versioni fino al 2026. Se le notizie che giungono dalla Serbia verranno confermate, diventa urgente e indispensabile conoscere quale modello di vettura sostituirà l’attuale Panda nello stabilimento campano». Molto meno pacato il commento del segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità, Samuele Lodi, secondo cui «Stellantis e il governo Meloni che ha condiviso l’operazione serba, devono sapere che faremo tutto ciò che sarà necessario per salvaguardare il sito, le produzioni e l’occupazione, a partire dall’informazione dei lavoratori domani in stabilimento» ha aggiunto spiegando che «fin da subito diremo ai lavoratori e agli altri sindacati che è arrivato il momento di unirsi perché Pomigliano non si tocca». L’attesa è ora tutta concentrata su mercoledì.

 

 

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