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Stellantis, scoppia il caso airbag difettosi: ecco chi resta a piedi

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Ignazio Stagno
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 Ciò che stanno vivendo migliaia di automobilisti che si mettono al volante di alcuni modelli Citroën ha dell’incredibile. Tutto comincia a maggio scorso quando la casa del gruppo Stellantis fa partire le lettere di richiamo in quasi tutta Europa per 600mila C3 e DS3 per un problema all’airbag. Un problema non da poco dato che nella lettera viene richiesto di «interrompere immediatamente la guida» dei veicoli coinvolti. A quanto pare anche Citroen, come diverse altre case (ad esempio la Volkswagen) monta gli “airbag killer” di Takata. Infatti il propergol, il gas usato dalla casa giapponese (fallita nel 2017) è pericolosissimo: può deteriorarsi nel tempo a causa di fattori come calore e umidità e dunque provocare un’esplosione violenta del dispositivo di sicurezza in grado di arrecare un pericolo per chi sta nell’abitacolo. I modelli Citroën interessati, come detto, sono le C3 e le DS3 prodotte fra il 2009 e il 2019.

E veniamo all’odissea di chi ha una di queste auto. Davanti a una lettera di richiamo così perentoria, diversi automobilisti hanno seguito (giustamente) l’ordine di evitare per qualunque ragione l’uso del mezzo. E pazientemente hanno cercato di contattare l’assistenza della casa del gruppo Stellantis per avere un appuntamento per sostituire il pezzo incriminato. Ebbene, come ci hanno segnalato diversi proprietari di DS3 e C3, gli appuntamenti per risolvere il problema vengono fissati anche in un arco temporale di 3-5 mesi. Il che significa che chi ha una Citroën “richiamata” resta a piedi per settimane e settimane.

 

 


Uno dei malcapitati ci ha spiegato che anche la lettera di richiamo presenta qualche criticità: «C’è scritto di compilare un modulo online tramite la lettura di un QR code, una volta inseriti i dati dovrebbe arrivare una e-mail con un codice per fissare la data della manutenzione. Ebbene non ho avuto alcun codice», ci spiega Salvatore, abbastanza inferocito.

A questo punto in tanti hanno provato a fissare un appuntamento telefonicamente contattando per conto proprio un centro assistenza. E qui arriva la beffa delle beffe come racconta Federconsumatori: ad esempio in alcuni centri della Basilicata con officine autorizzate i meccanici allargano le braccia affermando di non avere i pezzi di ricambio. Ma le segnalazioni arrivano da tutta Italia, dalla Romagna alla Sicilia e sui social ci si sfoga in gruppi che condividono lo stesso problema. «Mi hanno dato appuntamento tra 5 mesi, ditemi voi come faccio dato che la macchina non è utilizzabile», tuona Antonio. C’è chi punta il dito contro la casa madre: «Non danno nemmeno l’auto di cortesia», aggiunge un altro automobilista. Davvero un inferno.

E la situazione a Stellantis sta scappando di mano. Infatti non si stanno muovendo solo le associazioni dei consumatori qui in Italia, anche in Francia è esploso il caso. E così nelle ultime ore l’UFC-Que Choisir, una delle più grandi associazioni per la tutela dei consumatori transalpini, ha invitato Stellantis ad «adottare senza indugio, data la gravità del malfunzionamento individuato, tutte le misure in grado di garantire al consumatore una data, entro tre mesi al massimo, per una riparazione effettiva». Poi l’affondo: «L’unica risposta realmente fornita dall’azienda è quella di comunicare agli automobilisti di non guidare la propria auto, un atteggiamento inaccettabile», si legge in un comunicato. Insomma a quanto pare su questa storia Stellantis rischia di rimediare una figuraccia senza precedenti. E in casa nostra Confconsumatori ha anche chiesto l’intervento urgente dell’Antirtust. «È impensabile – afferma il presidente nazionale Marco Festelli – una condotta simile da parte del più grosso colosso automobilistico europeo. Allarma i consumatori, li lascia sostanzialmente a piedi e non offre soluzioni». Intanto per chi volesse avere la certezza di guidare un’auto “esente” dai rischi dell’airbag Takata è sufficiente consultare sul libretto di circolazione il “codice VIN” nella casella E sul foglio. Una volta recuperato il codice identificativo di ben 17 cifre basta inserirlo sui portali ufficiali per i richiami delle auto e il gioco è fatto. Questo piccolo accorgimento è utile pervenire a conoscenza di una eventuale campagna di richiamo in corso. Muoversi in tempo può essere decisivo.

 

 

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