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Meloni, vertice di governo sulle pensioni: cosa cambia

venerdì 19 dicembre 2025
Meloni, vertice di governo sulle pensioni: cosa cambia

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Un vertice di "chiarimento" per chiudere rapidamente e senza incidenti il capitolo della legge di bilancio. A Palazzo Chigi, in serata, dopo il ricevimento al Quirinale per la cerimonia dello scambio di auguri con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, va in scena l'incontro convocato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni insieme al vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, al vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, grande assente al Colle.

L'incontro, al quale partecipano anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani e il viceministro dell'Economia Maurizio Leo, arriva nel momento più delicato dell'iter parlamentare della legge di bilancio, con l'obiettivo di ricomporre le tensioni emerse nella maggioranza. La riunione è stata convocata dopo lo stop della Lega al pacchetto pensioni in commissione Bilancio al Senato, che ha fatto slittare i lavori e ha fatto temere una crisi sfiorata per un soffio.

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Fonti parlamentari parlano di irritazione della premier e lo scontro sulla manovra. A illustrare la soluzione per uscire dall'impasse è il ministro per i Rapporti con il Parlamento Ciriani, il quale ha spiegato che il governo presenterà un nuovo emendamento in commissione Bilancio al Senato. "Abbiamo deciso che è meglio intervenire direttamente sulla manovra, senza un nuovo decreto, sistemando le coperture di un testo che la commissione conosce già", ha detto.

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"Non si tratta di un emendamento nuovo nei contenuti - ha aggiunto Ciriani -. Restano Zes, Transizione 5.0 e caro materiali. Cambiano solo le coperture". Dalla Lega filtra soddisfazione: sulle pensioni "sono state accolte le nostre osservazioni", fanno sapere dal partito di Salvini, sottolineando che è stata cancellata la proposta dei tecnici che aveva suscitato critiche all'interno della maggioranza, a partire dal Carroccio. Le due misure più controverse, secondo i leghisti, riguardavano la cancellazione del riscatto degli anni di studio universitario per la pensione anticipata e l'allungamento delle cosiddette "finestre" pensionistiche, ossia il tempo di attesa tra il raggiungimento dei requisiti e l'inizio effettivo del pagamento della pensione.