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Una democrazia rottamata: Renzi vicino al suo traguardo

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Maurizio Belpietro
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Lo so, della riforma del Senato non importa un fico secco a nessuno. Gli italiani hanno altri problemi: il lavoro, le tasse, la paura degli stranieri. Figurarsi se hanno tempo da perdere con il futuro della Camera Alta, ossia del doppione della Camera Bassa. A lungo hanno sognato che si sfoltissero i costi della politica, intravedendo nei vari palazzi del potere uno spreco di denaro pubblico. Dunque, all'idea che si riduca il numero dei senatori, non li si paghi più e alla fine si risparmi e si cambi qualcosa nell'acqua stagnante della politica italiana non possono che essere favorevoli. Certo, forse anche loro preferirebbero che Palazzo Madama fosse chiuso e trasformato in un museo, come ha minacciato il presidente del Consiglio, ma chi non segue quotidianamente la politica e non ha esperienza di costituzione in fondo pensa che ridurre sia sempre meglio che conservare. Se prima si pagava lo stipendio a trecento sfaccendati e a tutti i funzionari, adesso non si pagherà più nulla e di funzionari ce ne saranno meno. O al meno questo è quanto spera l'opinione pubblica, che dunque non può che essere moderatamente favorevole alla riforma di Matteo Renzi. Leggi l'editoriale di Maurizio Belpietro su Libero in edicola mercoledì 30 settembre o acquista una copia digitale del quotidiano

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