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Quando la Boschi voleva cacciare i ministri imbarazzanti. L'editoriale di Maurizio Belpietro

Maurizio Belpietro
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«Questa vicenda mi lascia un senso di tristezza addosso. Il problema non sono le dimissioni del ministro, il problema è che è in gioco la fiducia verso le istituzioni. Io al suo posto mi sarei dimessa, c'è un punto grave in questa vicenda (...) ed è che ancora una volta si è data l'immagine di un Paese in cui ci sono delle corsie preferenziali per gli amici degli amici. Oggi abbiamo perso un'occasione di fronte ai cittadini». A pronunciare queste parole non è stata una pasdaran grillina, commentando la mozione di sfiducia presentata contro Maria Elena Boschi per lo scandalo della Banca Etruria, ma lo stesso ministro delle Riforme. Era il 16 novembre di due anni fa e durante una trasmissione di Ballarò alla giovane onorevole toscana fu chiesto che cosa pensasse di Annamaria Cancellieri, all'epoca Guardasigilli del governo Letta. Il ministro della Giustizia non era indagata ma solo in grave imbarazzo per via di una telefonata ricevuta. Dopo la retata della famiglia Ligresti, la compagna di Don Salvatore, l'aveva chiamata in nome di una vecchia amicizia per segnalarle le condizioni di salute della figlia (...) Leggi l'editoriale integrale del direttore Maurizio Belpietro

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