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Ue, da Schulz a Weber: tutte le poltrone più importanti sono finite ai tedeschi

Giulio Bucchi
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Sette poltrone europee ai tedeschi possono bastare. Anzi, sono troppe. A Strasburgo e Bruxelles in molti, anche nel Ppe, si lamentano per il cannibalismo di Angela Merkel e della Germania, che è riuscita ad assegnare molti posti-chiave dell'Unione europea ad esponenti democristiani di Berlino e dintorni. Tutte le euro-poltrone tedesche - Come ricordava anche Repubblica, tre capigruppo parlamentari sono tedeschi: oltre all'ormai noto Manfred Weber (Ppe) ci sono anche Gabriele Zimmer (Sinistra unitaria) e Rebecca Harms (Verdi), oltre naturalmente al presidente del Pse e del Parlamento europeo Martin Schulz. Il "kapò" di Berlusconi è stato riconfermato al suo posto (era in ballo anche per la presidenza del Consiglio Ue) così come Klaus Welle (Cdu), segretario generale dell'Assemblea. Il liberale Werner Hoyer guida invece la Banca europea degli investimenti, mentre Klaus Regling è a capo dell'Esm, il fondo speciale salva-euro dell'Unione. Come dire: le leve economiche europee sono in mano a Berlino. E all'elenco si aggiungono l'ex consigliere della Merkel Uwe Corsepius (segretario generale del Consiglio dei ministri dell'Unione europea) e Martin Selmayr, futuro capo di gabinetto del prossimo presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, lussemburghese. "Troppo nazionalismo" - La denuncia di un'Europa germano-centrica è partita dalla Francia, dove la liberale francese Sylvie Goulard ha ammonito che "troppo nazionalismo non è sano". Anche su questi punti Renzi e Pse rischiano di scontrarsi con Merkel e Ppe: in ballo ci sono molte poltrone di commissioni Ue "pesanti", e la battaglia per l'italiana Federica Mogherini agli Affari esteri è una delle tante.

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