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Spagna, indagata la figlia del re:Cristina nei guai per corruzione

Infanta Cristina

Per la prima volta nel mirino della giustizia un membro della famiglia reale. Infanta nello scandalo: appropriazione indebita di fondi pubblici

Andrea Tempestini
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Per la prima volta un parente diretto dei reali di Spagna finisce in un'inchiesta penale: l'Infanta Cristina, figlia secondogenita del re Juan Carlos, è stata indagata per corruzione dal giudice istruttore di Palma di Maiorca, Josè Castro. Cristina dovrà comparire in aula il 27 aprile per rispondere a domande sul suo ruolo nello scandalo dell'appropriazione indebita di fondi pubblici per sei milioni di euro della Fondazione Noos, che vede imputato il marito Inaki Urdangarin, e il suo ex socio in affari, Diego Torres.       Il re abdica? - La Casa Reale spagnola ha dapprima evitato commenti, poi in serata ha espresso "stupore". Un portavoce ha fatto sapere che, pur avendo il "massimo rispetto" per questa decisione, i reali "vogliono esprimere il loro stupore per il cambiamento di linea" da parte del giudice istruttore che nel marzo 2012 non aveva ricompreso l'Infanta tra gli indagati. La strategia difensiva, fin dall'inizio, è stata quella di marcare la distanza tra l'Infanta e il marito, arrivando addirittura a fare pressioni per il divorzio. Voci sostengono che Juan Carlos potrebbe addirittura decidere di abdicare in favore del figlio Felipe, rilanciando così l'immagine della monarchia appannata anche da una scappatella del re venuta alla luce dopo un incidente in una battuta di caccia all'elefante in Bostswana. Le e-mail - In un documento di 19 pagine, il giudice istruttore di Palma ha spiegato che l'intento è di fugare ogni dubbio sul reale coinvolgimento dell'Infanta, della quale è stato fatto uso del "nome, titolo e posizione", ma che sembra non avesse altra funzione che quella di mero richiamo. Finora il giudice e la procura non avevano mosso alcun addebito a Donna Cristina, figlia minore dei re di Spagna, perché, nonostante facesse parte della giunta direttiva, non prendeva le decisioni. Lo stesso Urdangarin, nell'udienza del 23 febbraio scorso, aveva scagionato la moglie e tutta la Casa Reale, sostenendo che "non autorizzò nè avallò" in alcun modo le sue attività nella Fondazione Noos. Tuttavia, nei giorni scorsi, Castro aveva ricevuto dall'ex socio d'affari di Urdangarin una serie di e-mail miranti a coinvolgere l'Infanta Cristina nell'inchiesta. Si trattava di messaggi in cui il duca di Palma spiegava a sua moglie Cristina il funzionamento e gli affari di Noos. In una comunicazione Urdangarin poi si rivolge a una lunga lista di persone, tra le quali Juan Carlos, la regina Sofia, e il segretario dell'Infanta Cristina, Carlos Garcia Revenga, consigliere della Casa Reale, anch'egli già imputato.      Giro di soldi - Per questo il giudice istruttore di Palma ha deciso di indagare l'Infanta, spiegando che non farlo "avrebbe contravvenuto al principio secondo il quale la giustizia è uguale per tutti". Secondo quanto denunciato da Torres, la Casa Reale "conosceva, protesse e favorì" l'attività della Fondazione, accusata di aver gestito per scopi privati milioni di fondi pubblici stanziati da vari enti, quali i Governi delle Baleari e di Valencia. Il denaro sarebbe stato versato a società collegate a Urdangarin e a Torres attraverso appalti privi di controlli, finalizzati alla realizzazione di eventi sportivi di promozione turistica. Torres ha affermato che una riunione importantissima si svolse addirittura nel palazzo della Zarzuela, residenza privata del re.

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