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Marocco, la marina militare spara al barcone di immigrati: un morto, arrestato uno spagnolo

Caterina Spinelli
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Il 25 settembre la Marina Militare del Marocco, dopo aver avvistato un barcone carico di migranti, ha aperto il fuoco. Il bilancio della sparatoria, avvenuta nelle acque del Mediterraneo, al largo di M'ndiq, è di un morto (la 20enne Hayat) e tre feriti (il 26enne Lahabib, il 25enne Hamza e il 32enne Mouad), tutti di origine marocchina.  Leggi anche: Ceuta, i migranti penetrano nell'enclave I quotidiani, per lo più di proprietà del re, sostengono l'ipotesi dell'incidente, suffragata dal comunicato della prefettura di M'Ndiq: l'imbarcazione guidata da un cittadino spagnolo non si sarebbe fermata all'alt, intimato più volte dai militari. Di qui la sparatoria. "Il barcone non era chiaramente visibile e riconoscibile - riferiscono le autorità -. Lo spagnolo che lo guidava è stato arrestato e su di lui pende un'inchiesta". Leggi anche: Matteo Salvini contro l'Unione Africana: "Basta immigrazione" La Marina reale, a fronte dell'aumento dei flussi migratori, ha intensificato i controlli. La polizia infatti ispeziona gli ingressi con tanto di barriere all'entrata delle città del Nord, che si snoda da Tangeri a Tetouan, laddove la costa spagnola è più facilmente raggiungibile. Proprio su queste spiagge di turisti si affollano gli harragà, i giovani disposti a tutto pur di entrare in Europa. Il viaggio può costare dai 3 mila agli 8 mila euro, a seconda delle difficoltà. Coloro che non riescono a raggiungere la terra vengono catapultati in acqua, anche se non sanno nuotare. Leggi anche:  Decreto Immigrazione, ecco cosa cambierà per chi tenta di entrare in Italia Solo in questi giorni il Marocco ha rimpatriato 40 migranti irregolari dall'aeroporto di Tangeri e di Casablanca, verso Abidjan, in Costa d'Avorio, e ha avviato una collaborazione con le rappresentanze diplomatiche di numerosi paesi africani per riportare a casa uomini e donne senza documenti. 

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