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Ethiopian airlines, il sospetto dell'esperto sull'aereo caduto: cosa non sapevano i piloti

Gino Coala
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Dietro il disastro dell'aereo caduto della Ethiopian airlines cresce il sospetto degli esperti su un nuovo software di controllo, per il quale la Boeing aveva già diffuso un allarme il 6 novembre 2018. In quell'occasione, la ditta produttrice del 737-800 Max aveva messo in guardia su quel programma, invitando a istruire i piloti sulle procedure da adottare in caso di input errato di un sensore. Leggi anche: Ethiopian airlines, Alberto Angela piange l'amico morto sul volo: "Una tragedia" Il nuovo software doveva correggere l'assetto del velivolo in fase di decollo, nel caso in cui l'angolo di salita non fosse stato ottimale, con il rischio di farlo andare in stallo. Una correzione che i piloti della Ethiopian airlines probabilmente non sapevano di dover effettuare, tant'è che avrebbero insistito a correggere l'intervento del sensore negli ultimi drammatici minuti prima dello schianto. Il precedente disastro in Indonesia del 29 ottobre 2018 aveva fatto emergere la necessità di motori più potenti per il 737-800 Max, anche per dimensioni, per mantenere l'angolo di attacco necessario a tenere in linea l'aereo. Per questo, come ha spiegato l'esperto di sicurezza del volo, Antonio Bordoni, a Unomattina su Raiuno, la Boeing aveva messo a punto il software con un sistema anti-stallo, che avrebbe dovuto aiutare i piltoi a correggere automaticamente la criticità, raddrizzando il muso dell'aereo per recuperare potenza. I dubbi sulla preparazione dei piloti emergono però, come riporta Leggo, considerando che un gran numero di comandanti ha potuto ottenere l'abilitazione alla guida dei nuovi modelli grazie a un periodo di formazione minimo, una sorta di integrazione che non richiedeva l'addestramento aggiuntivo al simulatore.

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