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Boeing 737 Max, dietro alla strage una storia di soldi? Retroscena-horror sui 157 morti

Cristina Agostini
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Solo dopo il primo incidente del Boeing 737 max 8 in Indonesia si è scoperto che quel modello aveva un programma Mcas pensato per ridurre il pericolo di stallo. La spiegazione consisteva in una decina di righe a pagina 748 del manuale. E, riporta Repubblica, senza una precisa indicazione di come disattivarlo. Leggi anche: "Se andrà tutto bene? Io quel Boeing lo ho guidato, e...". Il pilota italiano sotto anonimato: un allarme terrificante Molti piloti peraltro hanno dichiarato di non essere mai stati informati della modifica. Solo dopo la tragedia è stato evidenziato che "il sistema Mcas è disegnato in modo di permettere all'equipaggio di usare l'interruttore del trim o quello dello stabilizzatore per annullare l'effetto". Attenzione, annullare, non impedire che l'effetto si ripresenti perché a decidere è il computer. Peccato che a ottobre, dopo le proteste, la Boeing abbia zittito tutti: "Quell'aereo è affidabile come tutti gli altri". E la Faa, l'ente statale americano che certifica i velivoli, l'ha sostenuta. Perché c'è da dire che il 737 Max 8 è un affare fondamentale per l'economia statunitense: ne sono stati ordinati 5.012, di cui 376 già consegnati, per un valore di 510 miliardi di dollari. Una quantità tale di soldi di fronte alla quale molti hanno preferito chiudere un occhio. Soltanto adesso, dopo il massacro in Etiopia, Boeing ha annunciato che entro aprile verrà introdotto un aggiornamento del software "per rendere il Max ancora più sicuro". Nel frattempo si contano i morti: solo quelli del volo Ethiopian Airlines sono 157.

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