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Ong, l'ufficiale libico: "Contatti con gli scafisti, sulla pelle dei migranti". Svelato il gioco sporco

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Caterina Spinelli
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"Ho visto personalmente molti contatti su Facebook o Twitter tra Ong e scafisti e vedo molti contatti tra loro". A parlare è il comandante della motovedetta Guardia Coste, Ras Lgder libica, che rivela quella che sarebbe la prova dei comportamenti illeciti delle organizzazioni non governative. "Per prima cosa parlo con lo scafista che a bordo ha gli immigrati - spiega il comandante della guardia costiera - e chiedo che spenga il motore. Se nessuno ferma il motore, avvicino il mio zodiac alla barca. A quel punto sono molto vicino, fermo il motore, parlo a tutti, uno a uno e dico loro di salire". Ma loro temono di ritornare in Libia e quindi oppongono resistenza fino a quando non vedono una ong. Leggi anche: Orrore su un barcone: uno scafista decapita l'immigrato per un succo di frutta La Guardia costiera libica infatti si trova spesso in mare con le navi delle organizzazioni che pattugliano il mare di fronte alle coste all'Africa: "Parlo con le Ong - prosegue Mustafa - chiedo loro di non avvicinarsi per non mettere a rischio la vita dei migranti. Ma a volte non stanno ad ascoltare". Di scontri tra navi umanitarie e Marina di Tripoli nel tempo ce ne sono stati diversi, con accuse incrociate. "Non stanno ad ascoltare - insiste Mustafa - vogliono solo prendere i migranti. E questo crea una situazione pericolosa". Alla domanda fatidica se esiste un "coordinamento" tra scafisti e Ong, il militare risponde: "Sì, senz'altro. Ho visto personalmente molti contatti tra Ong e scafisti". 

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