È giallo sull’aereo della Malaysia Airlines scomparso mentre volava sulle acque tra la Malesia e il Vietnam. Sulle cause del disastro ora compare l'ipotesi terrorismo. A far sospettare che il velivolo, partito da Kuala Lumpur verso Pechino con 239 passeggeri a bordo, non abbia avuto un incidente ci sono due elementi:l’assenza di segnali di allarme o di guasti tecnici da parte del personale di bordo e il fatto che tra i passeggeri c’erano due uomini che hanno usato passaporti rubati in Thailandia per imbarcarsi. Ed è propio sui passaporti rubati che si indaga. Il ministro dei Trasporti malese, Hishammuddin Hussein, ha fatto sapere che ci sono altri due casi di identità sospette. Le agenzie di intelligence sono già a lavoro. "Ho tutti i quattro nomi che sono stati dati alle nostre agenzie di intelligence. Stiamo valutando tutte le possibilità", ha dichiarato il ministro. I sospetti - Secondo quanto ricostruito a bordo dell’aereo si trovavano passeggeri di 14 differenti nazionalità. Nell’elenco era registrato anche l’italiano Luigi Maraldi che ha poi chiamato la famiglia dalla Thailandia e ha spiegato di non essere salito sul Boeing. Ma l'italiano ha anche dichiarato che qualcuno ha usato il suo passaporto, che gli era stato rubato mesi fa. E non è il solo. La stessa cosa è accaduta a un cittadino austriaco a cui era stato rubato il passaporto due anni fa, sempre in Thailandia: anche lui risultava registrato nella lista dei passeggeri ma non era a bordo. L’intelligence Usa ha aperto un’inchiesta per accertare se ci siano possibili legami terroristici anche perché gli esperti di sicurezza aerea sottolineando come sia insolito che i piloti non siano riusciti neanche a lanciare un "mayday". Le piste per loro restano due: un letale problema strutturale o l’esplosione di un ordigno. Il premier malese Najib Razak ha affermato che le autorità stanno "vagliando tutte le ipotesi, ma è troppo presto per fare affermazioni conclusive".