Coronavirus, Oms accusata dal Wall Street Journal: "Ha aiutato la Cina a coprire le informazioni"
Dagli Stati Uniti arriva il fuoco contro l’Organizzazione mondiale della sanità, al punto che un senatore ha chiesto un’indagine del Congresso sui presunti aiuti ricevuti dalla Cina per coprire le informazioni riguardanti dal coronavirus. Inoltre è stata avanzata un’istanza per sospendere i finanziamenti all’Oms, seguita da un editoriale durissimo del Wall Street Jornal. “"La pandemia di coronavirus offrirà molte lezioni su cosa fare meglio per salvare più vite e fare meno danni economici la prossima volta. Ma una cosa è già certa - si legge sul Wsj - per far sì che le future pandemie siano meno letali bisogna riformare l’Oms”.
In particolare la stampa americana punta il dito contro “il marciume all’Oms” e “la ‘combutta’ con Pechino”. Il coronavirus è nato in Cina, a Wuhan, in autunno e ha poi accelerato nel mese di dicembre, eppure l’agenzia dell’Onu non ha dichiarato l’emergenza sanitaria globale prima del 30 gennaio, perdendo tanto tempo prezioso. Il Wsj ha ricostruito tutte le incongruenze che alimentano la tesi secondo cui l’Oms non ha agito correttamente: “I laboratori cinesi avevano sequenziato il genoma del coronavirus entro la fine di dicembre, ma i funzionari cinesi hanno ordinato di distruggere i campioni e non pubblicare le loro ricerche".
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"Funzionari taiwanesi hanno avvertito l'Oms il 31 dicembre - ricorda il Wsj - di aver avuto prove che il virus potesse essere trasmesso da uomo a uomo. Ma l'agenzia dell'Onu, 'inchinata' di fronte a Pechino, non ha invece una buona relazione con Taiwan. Dunque il 14 gennaio l'Oms ha twittato: 'Le indagini preliminari condotte dalle autorità cinesi non hanno trovato prove chiare della trasmissione da uomo a uomo’. E ha impiegato un'altra settimana per invertire questa disinformazione”. E arriviamo così al 30 gennaio, data della dichiarazione dell’emergenza sanitaria globale che non impediva al direttore generale dell’Oms di congratularsi con il governo cinese per “le misure straordinarie adottate, l’assoluta trasparenza tenuta da Pechino e la velocità con cui ha sequenziato il genoma del virus e lo ha condiviso con l’Oms e con il mondo”.