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AstraZeneca, Girolamo Sirchia e il disastro dietro il vaccino: "A cosa serve l'Unione europea?"

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Il verdetto dell'Ema ha sancito che è "possibile" il legame fra il vaccino AstraZeneca e gli "eventi molto rari" di trombosi cerebrale. Secondo l'Agenzia europa del farmaco, "la maggior parte di casi finora segnalati si è verificata in donne di età inferiore ai 60 anni" ed "entro 2 settimane dalla prima dose". "Non ci sono rischi generalizzati nella somministrazione del vaccino" ha fatto sapere l'Ema "quindi non abbiamo ritenuto necessario raccomandare misure specifiche per ridurre il rischio". La decisione sull'uso del vaccino anglo-svedese è stato quindi delegato agli Stati. Ma quindi cosa succede ora in Italia?

 

 

"Servono tre interventi" dice l'ex ministro della Salute Girolamo Sirchia in una lunga intervista a Italia Oggi. "Primo, una comunicazione molto efficace ed efficiente; secondo, il coinvolgimento dell'Ecdc; terzo, una ricerca molto approfondita per cercare di spiegare questi fenomeni di trombosi legati al vaccino. Nel contempo bisogna continuare nelle vaccinazioni perché se non vengono immunizzati i due terzi della popolazione non si arriva a spegnere l'epidemia, provocando così, oltre a ricoveri, decessi e inconvenienti economici, il rischio grave di nuove varianti maligne, che potrebbero far partire un'epidemia ancora più difficile da controllare" spiega l'ex ministro. 

 

 

Sirchia si esprime poi anche riguardo alla decisione dell'Ema: "Secondo l'Ema, per il vaccino AstraZeneca non si può escludere che ci siano stati casi, per rapporto causa-effetto, di trombosi venose profonde, specie cerebrali. Essendo però questi eventi molto rari ed essendo il rischio molto più basso rispetto a quello di contrarre il virus se non ci si vaccina, l'Ema consiglia di continuare con le somministrazioni" e aggiunge "Invece di continuare a confondere le idee alla gente dando la parola a pseudo-scienziati, politici, esperti in non si sa bene che cosa, di fronte all'incertezza che si è generata bisogna che ci sia una comunicazione molto efficiente da parte di persone e organismi autorevoli che facciano capire bene che cosa abbia voluto dire l'Ema".

 

 

"Se fossi al governo, chiederei immediatamente l'intervento dell'Ecdc, l'ente costituito nel 2004 per uniformare le politiche anti-pandemiche in Europa. Mi sorprende il fatto che l'Ecdc non abbia funzionato e tuttora non funzioni. Perché allora continuiamo a mantenere un organismo che non serve a nulla?" si domanda Sirchia. "A cosa serva questa Europa ancora non l'ho capito. E nella sanità non serve a nulla, visto che il tema non figura neppure nei Trattati" critica aspramente l'ex ministro. 

Girolamo Sirchia cerca poi anche di chiarire la confusione emersa attorno ai vaccini: "Uno dovrebbe poter scegliere il vaccino migliore, ma oggi non c'è per nessuno, se non per alcune categorie ben precise. Se uno non vuole farsi inoculare AstraZeneca ma un altro vaccino, va in coda, slitta al 2022, perché quest' anno è impossibile, non ci sono dosi sufficienti. E accetta il rischio di ammalarsi. Ma il mio consiglio è di vaccinarsi anche con AstraZeneca, perché il rischio è davvero molto basso: pochissimi casi su milioni di dosi, mentre il rischio di infettarsi è ovunque". "La gente è sicuramente spaventata e la fiducia nasce da un rapporto di credibilità, che non si può improvvisare. In questa pandemia abbiamo distrutto questo rapporto, perché abbiamo visto di tutto, chiacchiere, talk show, pagliacciate. Ricostruirla in poco tempo è difficile". afferma l'87enne. 

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