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Elena Branson, la spia di Putin a New York: chi è questa donna e il disastro dell'intelligence Usa. Dopo 20 anni...

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Vladimir Putin avrebbe avuto una spia a New York negli anni passati: il suo nome è Elena Branson, ha 61 anni ed è dotata di un passaporto russo e americano. Secondo l'intelligence statunitense, sarebbe stata per diverso tempo al servizio dello zar e del Cremlino. La presunta attività sotto copertura è stata denunciata dal procuratore Damian Williams alla Corte Federale di Manhattan. In particolare, come scrive Formiche, Neil Sommers, agente dell’Fbi, avrebbe confermato sotto giuramento che Branson opererebbe da ben vent’anni come agente segreto dei Servizi russi in America.

 

 

 

A creare sospetti è anche il fatto che nel 2012 ha fondato il “Centro russo di New York”, una fondazione con l’obiettivo di “celebrare e condividere l’eredità culturale russa”. L’Fbi, invece, lo descrive in maniera diversa, come “un centro di propaganda russo”. La donna, nota anche per aver diretto il “Consiglio della comunità russa negli Stati Uniti”, è rimasta negli Stati Uniti dal 1999 al 2020, poi ha deciso di trasferirsi in maniera permanente a Mosca, dove si troverebbe tuttora. L'accusa nei suoi confronti è quella di aver lavorato in America come “agente della Federazione russa e del governo di Mosca”, violando il Fara, cioè la legge che prevede l’obbligo di registrarsi come agenti al servizio di Paesi stranieri.

 

 

 

Da Mosca respingono questa ipotesi, accusando gli Usa della solita "caccia alle streghe". Stando ai servizi americani, però, la Branson non sarebbe stata una spia qualunque, ma una faccendiera con legami e intrecci di grande peso all'interno del Cremlino. Avrebbe avuto contatti con lo stesso Putin. Insospettisce anche l'intervista su Russia Today che la Branson rilasciò a Maria Butina, parlamentare russa espulsa dagli Stati Uniti nel 2018 dopo aver confessato di essere una spia al servizio del Cremlino.

 

 

 

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