Cerca
Cerca
+

Oleksandr Kamyshin, perché l'uomo dei treni è l'incubo di Vladimir Putin: "Irrintracciabile e sempre protetto"

  • a
  • a
  • a

Il vero incubo dei russi? La rete ferroviaria dell'Ucraina. Per questo il nemico numero due di Vladimir Putin, dopo Volodymyr Zelensky, è Oleksandr Kamyshin. L'uomo, 37enne, è il capo delle ferrovie ucraine. Le stesse che si stanno mostrando vitali per il popolo, da 22 giorni impegnato a frenare l'invasione russa. Il motivo? I treni fanno scappare rapidamente i profughi, portano tonnellate di aiuti alle zone sotto assedio e concedono il trasporto delle armi che l’Occidente fa arrivare. Tra queste i missili anticarro e i droni che hanno preso in contropiede i russi. Non solo, perché i convogli sono necessari anche per trasportare le truppe nelle città del fronte e riescono a "esportare tutto ciò che l’Ucraina può produrre in queste condizioni di guerra".

 



Per questo, vista l'importanza del suo ruolo, Kamyshin deve essere protetto in tutti i modi. Oltre a girare con le guardie del corpo, il 37enne si sposta di continuo al fine di non essere rintracciabile. Da giorni non vede né moglie né figli. Incontrarlo nel suo ufficio - come spiegato da un giornalista della Bbc - significa vederlo in continuazione alle prese con una mappa del Paese. D'altronde Kamyshin vanta un passato eccellente: oltre a essere responsabile della rete ferroviaria, l'uomo è stato contabile e imprenditore. Fino a un mese fa si occupava della riforma del settore ferroviario, ora è una delle personalità che dirige le operazioni di guerra.

 

 

Il 37enne ha infatti predisposto un piano, una sorta di "programma per trasferire la produzione da est a ovest". Solo così, ha ammesso, "possiamo spostare persone, idee, piani, forse macchinari per lanciare una nuova produzione a ovest". Così come il presidente ucraino anche Kamyshin è convinto che l'Occidente debba fare di più: magari inviando più o armi o decretare la no-fly zone. Appello che difficilmente andrà a segno e per questo al capo delle ferrovie non resta che fare il proprio lavoro. 

 

Dai blog