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Vladimir Putin "si è condannato da solo". 24 febbraio, così è nato il "mito Zelensky"

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Vladimr Putin ha commesso un errore fatale in questa guerra di aggressione all'Ucraina. In una lunga analisi per la Stampa, Domenico Quirico individua quello che lo zar non aveva previsto e che rischia di trasformarlo in vincitore mancato, aggressore criminale e isolato. L'errore è stato quello di aver creato il mito fondatore della resistenza ucraina. "L'Ucraina, prima dell'aggressione russa, era un paese povero, con politici corrotti, oligarchi di serie B ma in perfetta sintonia ideologica con gli imbroglioni dell'altra parte della frontiera, una democrazia imperfetta, fragile. I suoi miti fondatori erano deboli", scrive Quirico.

 

 "Quaranta giorni fa un annuncio in televisione di Putin: e tutto ciò che era non è più e comincia ciò che non era. È la guerra, barbarica e crudele. Ma anche una nuova condizione umana si forma, un mito esaltante e comune: abbiamo sconfitto la Russia, non ci siamo piegati. La memoria mitica ingloberà tutto, diventerà racconto di una unica battaglia iniziata nel 2014: dentro ci sarà Maidan, evento finora divisivo e ora santificato e universale, e la guerra lenta, preparatoria nel Donbass". Il mito giustifica la militarizzazione del Paese, della politica, del linguaggio, e fissa per sempre l'immagine del nemico, il russo invasore, premessa per una lettura totale di ogni realtà. Putin ha regalato agli ucraini un mito fondatore.

 

 

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