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Navi russe davanti all'Italia: "Senza trasmettitore di posizione"

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Sale la tensione nel Mediterraneo che come rivela un documento del Cremlino è di importanza strategica per "l'interesse nazionale" della Russia. In sostanza Vladimir Putin ha lanciato una nuova Guerra fredda. Dopo sei mesi dall'invasione dell'Ucraina lo zar vuole contrastare la presenza degli Usa e della Nato nei nostri mari piazzando le sue basi navali in diversi punti strategici. La direttiva di 55 pagine, riporta il sito quifinanza.it, definisce un’ambiziosa politica marittima nell’Artico, nel Mar Nero, nell'Oceano Indiano e appunto nel Mediterraneo, con una flotta forte e un aumento dell’arsenale missilistico.

Alcuni giorni fa, come hanno riportato alcuni giornali, navi russe hanno condotto operazioni sospette davanti alle coste italiane. Per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina, la flotta russa è entrata nel Mar Adriatico spingendosi fino alle acque della Calabria. Addirittura hanno effettuato una “manovra di blocco”, con l’intento di limitare i movimenti della portaerei americana Truman, il più importante mezzo di dispiegamento della Nato nel Mediterraneo. Di più. La flotta russa nel Mar Adriatico ha sfiorato la collisione con le navi Nato: l’incidente è avvenuto proprio in acque italiane, lungo le coste davanti l’Abruzzo e la Puglia.

 

 

Il 22 luglio la flotta russa ha bloccato la rotta di ingresso e uscita verso l’Adriatico, per impedire il movimento della portaerei americana Truman. Una notizia agghiacciante che è stata confermata a La Repubblica da fonti ufficiali. Secondo le ricostruzioni, il 22 luglio la corazzata russa Ammiraglio Tributes, seguita dall'incrociatore russo Varyag con i suoi missili a lungo raggio in grado di colpire da 500 chilometri di distanza, avrebbe attraversato il Canale d’Otranto e si sarebbe spostata più a nord. Poi si sarebbe trasferita dal Gargano e stabilita davanti alla costa abruzzese. 

È presente anche una terza nave russa, la Vasily Tatishchev, specializzata nello spionaggio e dotata di strumenti per intercettare le comunicazioni radio. Negli ultimi giorni di luglio la Varyag si trovava a meno di 100 chilometri dalla controparte americana Forrest Sherman. I due si trovavano praticamente ai due lati del promontorio di Santa Maria di Leuca, nel Salento. I russi dalla parte adriatica e gli americani dalla parte ionica. Il 31 luglio uno dei più grandi droni spia Usa, GlobalHaek, che parte quotidianamente da Sigonella con destinazione Mar Nero per monitorare il conflitto ucraino, ha pattugliato per ore una parte del Mar Ionio, la stessa dove per tre giorni consecutivi si sono concentrati i pattugliamenti degli aerei P72 italiani.

 

 

Al momento non si sa quale sia la posizione attuale delle navi russe e se siano accompagnata da un sottomarino. Tuttavia, qualche giorno fa, gli aerei da ricognizione italiani hanno ripreso a pattugliare più intensamente le acque tra Calabria e Grecia. Gli esperti ritengono che almeno una delle navi russe sia ancora nell’area mentre altre due si starebbero dirigendo verso il Mar Mediterraneo. Una sarebbe il rifornitore Academic Pashin, simile a una petroliera e senza armi, che in passato ha svolto anche missioni di spionaggio. L’altra è un’unità militare che naviga senza trasmettitore di posizione.

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