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Russia, referendum farsa? Caos alla Farnesina, la reazione dell'ambasciatore Razov

Sergey Razov

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Sale la tensione tra Italia e Russia. Sergey Razov, ambasciatore russo a Roma, nel corso di un colloquio di stamattina 3 ottobre che si è tenuto alla Farnesina, "ha respinto categoricamente le dichiarazioni della parte italiana e ha esposto le sue posizioni in merito alle questioni che sono state toccate nello spirito di quanto disposto dal discorso del presidente della Federazione russa Vladimir Putin nella Sala di San Giorgio del Gran Palazzo del Cremlino del 30 settembre", riferisce la stessa ambasciata russa in Italia.

"Il 3 ottobre l'ambasciatore della Federazione Russa nella Repubblica Italiana Sergey Razov è stato invitato al Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Italiana, dove è stato ricevuto dal segretario generale della Farnesina, ambasciatore Ettore Francesco Sequi", si legge nel post pubblicato su Facebook dall'ambasciata russa a Roma. "Nel corso del colloquio, il diplomatico italiano ha annunciato le valutazioni ufficiali, concordate a livello dell'Ue, sui referendum terminati il 27 settembre 2022 nelle Repubbliche Popolari di Donetsk e di Lugansk, nelle regioni di Kherson e di Zaporozhye, a seguito dei quali sono entrati a far parte della Federazione Russa", prosegue la rappresentanza diplomatica russa, aggiungendo appunto che "da parte sua, l'ambasciatore di Russia ha respinto categoricamente le dichiarazioni della parte italiana". 

Da parte sua l'Italia ha infatti confermato di non riconoscere l'esito dei "referendum farsa" per l'annessione delle quattro regioni ucraine e di essere "pienamente allineata con i Paesi partner nel valutare ulteriori misure restrittive contro le azioni illegali della Russia". Come sottolineato dal segretario generale Sequi, Razov era stato convocato "nel quadro di un'azione coordinata con i partner dell'Ue". "Infatti - ha continuato il segretario generale del dicastero - in queste ore anche altre capitali dell'Unione Europea hanno convocato i rispettivi ambasciatori della Federazione Russa per rivolgere a Mosca un messaggio comune, fermo e inequivocabile" sulla illegalità dei referendum. 

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