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Iran, conversioni-sfregio contro Maometto: qualcosa di impensabile

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Maurizio Stefanini
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«La più grande impresa degli ayatollah sarà quella di restituire la Persia a Zoroastro. Ci sono conversioni occulte anche al Cristianesimo». L'apparente provocazione viene via Social da Germano Dottori; consigliere scientifico di Limes, già docente di Studi Strategici presso la Luiss-Guido Carli, e noto commentatore tv. Ma Dottori spiega che si tratta di mera constatazione. La protesta sempre più dura contro il regime della Repubblica Islamica sta infatti mostrando in modo sempre più insistito un tipo di simbologia che fa riferimento all'identità persiana, più antica, risalente all'epoca pre-islamica. In particolare, nelle manifestazioni vengono spesso accesi fuochi. Servono a bruciare gli hijiab, ma sono anche l'antico simbolo del dio del bene Ahura Mazda, venerato appunto nei templi del fuoco: un collegamento fatto espressamente nei Social, in cui si invoca anche la liberazione della Persia dopo oltre un millennio e mezzo di occupazione e oppressione islamica.

RELIGIONE MILLENARIA
Già religione ufficiale dell'impero persiano, dopo la conquista araba lo zoroastrismo fu ridotto col tempo ai minimi termini. Nel 2012 il numero totale di zoroastriani nel mondo fu stimato tra i 111.691 e 121.962, il primo Paese di presenza degli zoroastriani non è neanche l'Iran ma l'India, dove la comunità dei Parsi è discendente di rifugiati che scapparono per non sottomettersi all'islam. Sono solo 69.000, ma rappresentano una élite estremamente importante, sa da punto di vista economico che culturale. In Iran secondo l'ultimo censimento erano, nel 2011, 25.271. Sono riconosciuti come minoranza tollerata e hanno diritto a uno dei cinque seggi riservati alle minoranze religiose in parlamento, ma è severamente vietato loro fare proselitismo. C'è poi una diaspora zoroastriana che conta ad esempio su 14.405 negli Stati Uniti, 6442 in Canada, 5500 nel Regno Unito o 2577 in Australia, che viene in gran parte da immigrati da India e Iran. Ma ad esempio 15.000 zoroastriani nel Kurdistan Iracheno, 7000 in Uzbekistan, 2700 in Tagikistan e 2000 in Azerbaigian sono invece soprattutto gente di stirpe iranica che a un certo punto ha deciso che lo zoroastrismo era vicino alle loro radici più dell'islam, e si sono convertiti negli ultimi anni. Nel Kurdistan Iracheno, in particolare, è stata un reazione alla violenza dell'Isis, e alcuni fonti affermano che gli zoroastriani vi avrebbero ormai addirittura oltrepassato la cifra di 100.000. Sicuramente 3000 curdi si sono convertiti allo zoroastrismo in Svezia. Anche in Iran c'è un movimento del genere proprio in reazione all'oppressione clericale degli ayatollah, ma finora si era tenuto nascosto, appunto perché abiurare l'islam in Iran è punito dalla legge. «Ci sono molte conversioni più o meno occulte» conferma Dottori, che aggiunge: «avendo parecchi contatti nella diaspora iraniana e anche qualcuno nella loro msdrepstria ho contezza di questi fenomeni».

LAICITÀ DELLO STATO
«Zarathustra, come Gesù, è compatibile con una visione laica dello Stato. E non è che uno degli importanti contatti che ci sono tra tra zoroastrismo e cristianesimo». «I persiani ritengono l'islam una religione straniera, araba. Ovvero giunta da un popolo nei confronti del quale nutrono un forte complesso di superiorità culturale», conferma Dottori. Ma Dottori ricorda che anche il cristianesimo per gli iraniani che non ne possono più degli ayatollah «ha molte attrattive». «Le iraniane che migrano in Occidente spesso lo abbracciano, perché è una religione che attraverso la monogamia afferma un principio di eguaglianza tra uomini e donne». Lo storico Danel Pipes nel 2021 su Newsweek ricordò varie testimonianze sulla crescita di questo cristianesimo catacombale, che prega senza clero e edifici ecclesiastici, ma con discepoli efficienti e una rete di piccole chiese domestiche di quattro o cinque membri ciascuna. La sua leadership laica, in netto contrasto con i mullah che governano l'Iran, è costituita principalmente da donne. Data la natura clandestina di questo movimento, le stime sulle sue dimensioni sono inevitabilmente vaghe. Ma, ricorda sempre Pipes, «nel 2013, la ong Open Doors rilevò la presenza di 370.000 cristiani ex musulmani e 720.000 nel 2020; Duane Alexander Miller si avvicina a 500 mila, Hormoz Shariat parla almeno di 1 milione di Mbb e la fondazione Gamaan anche di più». Ciò anche se nel 2008 il governo ha presentato una legge per imporre la pena di morte a chiunque nato da genitori musulmani si converta a un'altra fede religiosa. «Adesso è in atto una lotta nuova», spiega Dottori. «Non si discute più di riforme, ormai è in contestazione la legittimità dell'islam politico. Se viene sconfitto in Iran, si chiude la breccia aperta nel 1979-80».

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