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Terremoto in Turchia, perché è stato così devastante

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Un bilancio devastante, quello del terremoto di magnitudo 7.8 che nella notte ha sbriciolato intere regioni della Turchia. Epicentro a Kahraanmaras, alle 2.17 ora italiana. Al momento si parla già oltre 1.300 morti ma è assolutamente provvisorio. Vittime si sono registrate nelle regioni orientali della Turchia (con almeno 2.323 feriti) e in Siria (237, la maggior parte ad Hama, Aleppo e Latakia), così come ha detto in conferenza stampa il vicepresidente Fuat Oktay. Testimonianze raccolte da queste aree riferiscono di blackout delle telecomunicszioni e di scosse di assestamento ancora in corso. 

 

 

 

A spiegare la natura così devastante della scossa è l'INGV, l'Istituto nazionale di geologia e vulcanologia italiano. E' stata una delle due grandi faglie presenti in Turchia, quella Est Anatolica, a scatenare il sisma, che ha fatto registrare una ventina di repliche, la principale delle quali di magnitudo 6.7 e molte di magnitudo oltre 5.

 

 

 

 

"Il sisma è avvenuto sulla faglia Est Anatolica, nel punto triplo nel quale convergono il blocco anatolico, quello arabico e quello africano", ha spiegato il sismologo Alessandro Amato, all'agenzia Ansa. "Lungo questa faglia - ha proseguito - avviene un movimento orizzontale, ossia di tipo trascorrente. E' una faglia che corre dal Mediterraneo verso Nord-Est, quasi fino al Mar Nero, e si ricongiunge con faglia Nord Anatolica che arriva fino a Istanbul". La faglia "è probabilmente arrivata a deformare la costa. Si sono infatti osservate anomalie nel livello del mare in tre punti, in Turchia e a Cipro che hanno fatto scattare l'allerta tsunami", poi fortunatamente rientrata.

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