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Macron, schiaffo all'Italia: rialza il muro alle frontiere

Mauro Zanon
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La Francia alza il muro alla frontiera italiana per respingere l’ondata di migranti in arrivo dall’Africa. Ieri, Le Figaro ha rivelato i nuovi piani del ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, che, dinanzi all’incremento dei flussi migratori attraverso il Mediterraneo e alla dichiarazione dello stato di emergenza decretato dall’Italia, ha accolto le richieste di Éric Ciotti, presidenti dei Républicains, in materia di sicurezza e controllo dei confini.

Il leader dei gollisti, nonché consigliere dipartimentale delle Alpi-Marittime (il primo dipartimento francese per chi arriva dall’Italia), ha inviato una lettera a Darmanin il 7 aprile, chiedendogli di «ripristinare i controlli alle frontiere con la massima urgenza e di dispiegare nuovamente i reparti mobili alla frontiera italiana, per evitare che un’ondata migratoria si abbatta sul nostro Paese». La risposta di Darmanin, nato e cresciuto nella destra gollista, è stata subito affermativa. «Strategia politica?», si chiede il Figaro, riferendosi alla necessità, per Macron, di restare in buoni rapporti con i Républicains, alla luce dell’assenza di maggioranza in Parlamento.

 

Ciotti, ad ogni modo, ha deciso di alzare la voce in seguito all’acutizzarsi della pressione migratoria alla frontiera di Menton dall’inizio dell’anno. I servizi dipartimentali delle Alpi Marittime hanno registrato un numero record di ingressi di minori non accompagnati in provenienza dall’Italia e una saturazione dei centri di accoglienza. A lanciare l’allarme è stato anche il presidente del dipartimento, Charles-Ange Ginésy (in quota Républicains): allarme a cui è seguita la decisione da parte della prefettura di sequestrate un hotel ad Antibes per ospitare decine di migranti.

Come riportato dal Figaro, con l’avvicinarsi della stagione estiva, gli albergatori del dipartimento sono tuttavia molto più recalcitranti ad accogliere i minori non accompagnati. Nella lettera inviata a Darmanin, Ciotti ha messo in evidenza le cifre: «Nel marzo 2023, il flusso di minori non accompagnati entrati in Francia ha battuto un nuovo record con 521 persone prese in carico». Il 5 aprile, secondo i servizi dipartimentali, erano già 729, la maggior parte dei quali in provenienza dalla Costa d’Avorio, dalla Guinea, dalla Tunisia e dal Mali. «È una dinamica molto preoccupante», ha aggiunto il leader dei gollisti, giudicando «inconcepibile» lasciare il dipartimento da solo nella gestione dei flussi migratori, «con la minaccia securitaria e terroristica» che essi comportano. Qual è dunque la soluzione per invertire la tendenza? Prendere delle misure drastiche, e con effetto immediato. «Dinanzi a questa situazione di estrema gravità, è vostra responsabilità imporre una rottura netta con le politiche migratorie attuate dai governi che si sono susseguiti dal 2012 a questa parte», si legge nella missiva diretta a Darmanin.

Lunedì, dal ministero dell’Interno, è arrivata la prima risposta concreta. «Due reparti mobili della gendarmeria sono arrivati come rinforzo per contenere una vera e propria ondata migratoria», ha twittato entusiasta Ciotti. David Nakache, presidente di Tous Citoyens, associazione che offre assistenza ai migranti, ha accusato il leader dei gollisti e il ministro dell’Interno di «xenofobia». Nakache, che invoca la costruzione di nuovi centri di accoglienza, ha dichiarato che «chiedere forze di polizia supplementari per respingere i migranti alla frontiera significa chiedere allo Stato di compiere un’azione illegale».

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