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Attentato al Cremlino, Medvedev: "Uccidere Zelensky", scatta la caccia

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L'attentato al Cremlino non va giù alla Russia. Nonostante Kiev neghi la sua responsabilità, da Mosca continuano ad arrivare minacce. L'ultima quella dell'ex presidente russo Dmitry Medvedev. È lui ad aver chiesto l'"eliminazione fisica" del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Dopo l'attacco terroristico di oggi, non ci sono altre opzioni se non l'eliminazione fisica di Zelensky e della sua cricca". 

Dall'altra parte una tesi su quanto accaduto ieri notte è stata data da due consiglieri ucraini. Per Mikhailo Podolyak e Anton Geraschenko "il drone sul Cremlino è stato lanciato dai partigiani russi della regione di Mosca". I due sono convinti che "la comparsa di veicoli aerei senza pilota non identificati presso impianti energetici o sul territorio del Cremlino può solo indicare le attività di guerriglia delle forze di resistenza locali". Insomma, "la perdita del controllo del potere sul Paese da parte del clan di Putin è evidente. Qualcosa sta accadendo in Russia". 

Ma il Cremlino non crede a una parola e promette vendetta: "Il regime nazista di Kiev - ha affermato Viacheslav Volodin, il presidente della Duma - deve essere riconosciuto come organizzazione terroristica. Oggi non è meno pericoloso di Al-Qaeda". E ancora: "I politici dei Paesi occidentali che stanno pompando armi al regime di Zelensky devono rendersi conto di essere diventati non solo sponsor, ma anche diretti complici di attività terroristiche. Non ci possono essere negoziati. Chiederemo l'uso di armi in grado di fermare e distruggere il regime terroristico di Kiev".

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