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Striscia di Gaza "come l'Azovstal": per Israele una sfida durissima

Daniele Dell'Orco
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Col salto di qualità da parte di Hamas per wuanto riguarda la guerra mediatica è possibile dare un’occhiata più concreta al tipo di arsenale che la milizia palestinese è riusciuta a mettere insieme nel corso degli ultimi anni. In vista dell'inizio di un’operazione di terra che Israele ha dichiarato ormai due settimane fa ma non è ancora iniziata, nei video diffusi dalle brigate Qassam vengono sfoggiati alcuni degli armamenti che l'IDF si ritroverà addosso in una “guerra su cinque fronti”.

Quello Nord al confine col Libano, quello nord-est sulle alture del Golan (fronte siriano), quello “interno” nella Cisgiordania sempre più in subbuglio, quello aereo con missili e droni che stanno già esplodendo i gruppi filoiraniani in Yemen e Iraq (anche ieri la “Resistenza Islamica” ha attaccato la base militare americana di Al-Asad nella provincia irachena di Al-Anbar). E poi c'è l’area urbana di Gaza, che Hamas e Jihad Islamica da anni allestiscono come una sorta di mega-Azovstal. Come l’acciaieria di Mariupol, la Striscia di Gaza è una ragnatela di tunnel, cunicoli, macerie e punti di tiro. L’esercito israeliano, forte della superiorità aerea e dell’utilizzo di mezzi pesanti come i tank Merkava Mk.4, dovrà fare attenzione ai droni FPV (kamikaze), a quelli equipaggiati per sganciare proiettili RPG-7 direttamente sui carri armati, ai cecchini.

 

C'è poi la componente “ingegneria inversa”, quella che con l’assistenza dell'Iran ha permesso ai miliziani di costruire ad esempio granate anticarro con la propria testata in tandem Al-Yassin (frutto dello studio di tecnologie occidentali come gli NLAW britannici e i Milan prodotti anche da Oto Melara). Appena Israele varcherà i confini di Gaza, poi, si scatenerà la totalità dell'arsenale missilistico ancora a disposizione di Hamas. Il sistema Iron Dome (ma non solo quello) dovrà fare gli straordinari per intercettare tanto i rudimentali Qassam (un pezzo di tubo di qualsiasi tipo sul quale vengono posizionati, in testa, esplosivi comuni, mentre nella coda viene inserito carburante, una miscela di zucchero e nitrato di potassio) quanto i missili SH-85 (chiamati Abu Shamala) e i Fajr-3 e Fajr-5 di fabbricazione iraniana (sviluppati utilizzando la tecnologia nordcoreana basata sui sistemi missilistici sovietici a lancio multiplo).

 

Il missile R-160 di fabbricazione siriana, in grado di trasportare una testata da 150 kg ad una distanza massima di 180 km. Come quello che si sarebbe abbattuto per errore contro l'ospedale al-Ahli la notte del 17 ottobre. Infine, c'è la carne. È praticamente scontato che migliaia di miliziani, i più motivati e da anni addestrati allo scopo, si immoleranno come extrema ratio trasformando i loro corpi in bombe per diventare shahed, i martiri dell'islam nella lotta contro tutti gli infedeli. © RIPRODUZIONE 

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