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Onu, ecco quanti soldi ha dato a Gaza: le cifre

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Maurizio Stefanini
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La United Nations Relief and Works Agency (Unrwa, Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione) fu istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite in seguito all’emergenza della guerra arabo-israeliana del 1948, con la risoluzione 302 (IV) dell’8 dicembre 1949. Poi, visto che al mondo non c’erano solo i profughi palestinesi, e che la stessa Italia ad esempio in quel momento stava ancora metabolizzando l’esodo di istriani, giuliani e dalmati, il 14 dicembre 1950 nacque l’Acnur, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (noto anche come Unhcr). Ma l’Unrwa non vi fu inglobato, come sarebbe stato logico. L’Acnur, vincitrice di due Nobel per la Pace, secondo i dati da essa stessa forniti ha avuto 70,8 milioni di persone sotto la sua protezione nel 2019 e conta 17.800 dipendenti (al maggio 2021). Opera in 130 paesi, con un budget annuale di 9,1 miliardi di dollari e, dalla fondazione, ha aiutato oltre 50 milioni di sfollati a iniziare una nuova vita. L’Unrwa ha invece 5,6 milioni di assistiti (stima 2019), 30.000 dipendenti e un budget che nel 2020 era di 806 milioni.

IN ESCLUSIVA
Mettiamo da parte le accuse di certi storici all’Unrwa, secondo le quali aveva permesso l’iscrizione alle sue liste di falsi profughi in cerca di mantenimento (da cui la differenza tra i 367.000 rifugiati palestinesi stimati dagli studi di Walter Pinner nel 1959, i 711.000 stimati dall’Onu nel 1949 e i 914.000 registrati dall’Unrwa nel 1950). Il focus va piuttosto sul fatto che, mentre l’Acnur ha aiutato a sistemare i suddetti 50 milioni di persone, con l’Unrwa i rifugiati palestinesi si sono invece moltiplicati rispetto all’origine (e sono gli unici ad avere un’agenzia Onu ad hoc). Non solo per il fatto che a differenza di quelli Acnur possono lasciare in eredità il proprio status ai discendenti, ma anche perché mentre l’Acnur è incentivato a risistemare i profughi (perfino magari contro il loro legittimo desiderio di tornare in patria), l’Unrwa è al contrario incentivato a perpetuare la situazione, che è la giustificazione della propria sopravvivenza.

 

 

Per l’Unrwa è pure quasi scontato assumere tra gli stessi rifugiati palestinesi il 99% del personale. Il che, a parte l’occasione di creare pericolose sinergie con Hamas, contribuisce comunque a far venir meno quella posizione di terzietà che le agenzie Onu dovrebbero avere. Il bilancio dell’Unrwa è stabilito dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e deriva quasi interamente dai contributi volontari degli Stati membri delle Nazioni Unite. Storicamente, la maggior parte dei fondi dell’agenzia provenivano dagli Stati Uniti e dalla Commissione europea. Più precisamente, nel 2019, quasi il 60% del suo impegno totale proveniva dai paesi dell’Ue, con la Germania maggior donatore individuale, seguita da Regno Unito, Svezia ed Emirati Arabi Uniti, poi Arabia Saudita, Francia, Giappone, Qatar e Paesi Bassi. Nel 2009, in piena crisi finanziaria mondiale, si verificò un deficit di finanziamenti di 200 milioni di dollari, sulla scia dell’offensiva israeliana a Gaza. Nell’agosto 2018, gli Usa hanno stoppato i contributi, sostenendo che il mandato dell’Unrwa dovrebbe essere ridotto alle poche centinaia di migliaia di palestinesi vivi al momento della creazione dell’agenzia. Da cui 300 milioni di dollari in meno su un budget di 1,2 miliardi, con deficit di 446 milioni che hanno dovuto coprire altri Paesi.

 


DIFFICOLTÀ
A metà 2019 anche Paesi Bassi, Belgio e Svizzera hanno temporaneamente sospeso i finanziamenti all’Unrwa, citando un rapporto etico che denunciava cattiva gestione, corruzione e discriminazione tra i dirigenti dell’agenzia. Nel dicembre 2019, i Paesi Bassi hanno ripristinato i finanziamenti. Nell’aprile 2019 sul tema si era tenuto un “dialogo strategico ministeriale” e avevano partecipato Egitto, Francia, Germania, Giappone, Kuwait, Norvegia, Regno Unito, Servizio europeo per l’azione esterna e Commissione europea. Ma nel luglio 2020, il Commissario generale Lazzarini ha avvertito che il bilancio dell’Unrwa «non era sostenibile», con carenze in quattro dei cinque anni precedenti e finanziamenti al punto più basso dal 2012. Secondo la Banca Mondiale, per tutti i paesi che hanno ricevuto più di 2 miliardi di dollari in aiuti internazionali nel 2012, Gaza e Cisgiordania hanno ricevuto un budget pro capite superiore al doppio del successivo destinatario più grande, circa 495 dollari a persona.

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