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Blinken, impensabile missione in Israele: ecco cosa cerca (per Gaza)

Mirko Molteni
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In visita ieri in Israele, il segretario di Stato americano Anthony Blinken non ha convinto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a sospendere la campagna militare nella Striscia di Gaza. Priorità degli Stati Uniti è evitare che il conflitto s'allarghi. Così vanno letti gli appelli di Blinken per una «pausa che faciliti il rilascio degli ostaggi e l'arrivo di aiuti umanitari».
Da Israele, nessuno stop, ma qualche concessione c'è. Netanyahu ha evocato una tregua, «se gli ostaggi rapiti da Hamas saranno rilasciati». E s'è impegnato a consentire l'ingresso dei camion di cibo, medicinali e perfino carburante dal valico di Rafah. Ha spiegato Blinken: «USA e Israele hanno individuato un meccanismo che consentirà di garantire che il carburante destinato agli ospedali di Gaza giunga a essi e non ad Hamas». Da giorni si discuteva sul gasolio che alimenta i gruppi elettrogeni delle strutture sanitarie e ora ecco lo spiraglio. L'emissario USA ha avallato lo scopo di Israele: «Impedire che Hamas resti al potere a Gaza».

L'America dà a Israele luce verde, ma vigila sul problema umanitario, anche perché negli USA vivono 170.000 cittadini americani d'origine palestinese. E aiuta nella ricerca degli ostaggi con sofisticati mezzi. Ieri funzionari del Pentagono hanno rivelato all’agenzia Reuters e alla CNN che droni da ricognizione dell'US Air Force sorvolano regolarmente la Striscia di Gaza da giorni per raccogliere indizi, sia con riprese ottiche, sia con intercettazioni di comunicazioni, utili a scoprire i nascondigli dei rapiti. Si tratterebbe di droni MQ-9 Reaper che di solito decollano dalla base americana di Sigonella, in Sicilia, per lunghi voli che possono durare fino a 28 ore. Sul terreno «tutto procede secondo i piani», come ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. Per il contrammiraglio Daniel Hagari: «Le operazioni per accerchiare Gaza City sono terminate, sono in corso attacchi contro avamposti, quartier generali, e strutture di lancio dei missili di Hamas». Soldati dell'unità Yahalom hanno scoperto tunnel dei miliziani nel Nordest della Striscia, a 6 km dalla città israeliana di confine di Sderot. Trovati gli accessi, li hanno minati e fatti esplodere. Da un altro tunnel è uscito un gruppo di miliziani che è stato avvistato e distrutto da un aereo. Truppe di terra hanno respinto altri terroristi sbucati da una galleria dentro un edificio.

 

 

A ieri, i militari israeliani caduti da martedì erano 23. Hamas ha accusato gli israeliani d'aver bombardato un convoglio di ambulanze che dall'ospedale di Shifa si dirigeva al valico di Rafah. Nell'attacco ci sarebbero stati «dozzine di morti e feriti». Hamas, dal canto suo, ha bersagliato anche ieri Israele con numerosi razzi. L'allarme è scattato in varie città come Ashkelon, Karmei Yossef, Zikim e anche Sderot, dove un razzo è caduto nel cortile di un asilo e a soli 100 metri da un gruppo di giornalisti. Sul confine libanese proseguono le schermaglie con Hezbollah. A lanci di missili dagli sciiti filoiraniani, l'esercito ebraico ha reagito colpendo un centro di comando e due postazioni anticarro nella zona dirimpetto a Yiftach. L'intelligence USA ritiene che la Siria stia fornendo a Hezbollah sistemi antiaerei russi Pantsir, costituiti da una torretta integrata, montabile su camion o cingolati, munita di 12 missili antiaerei e due cannoni da 30 mm, con tiro asservito a un radar, capace di abbattere velivoli e missili. Coi Pantsir le truppe di Damasco hanno abbattuto alcuni dei missili sparati da aerei israeliani sulla Siria negli ultimi anni. Israele teme che ora anche l'antiaerea di Hezbollah ne venga rafforzata.

 

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