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Los Angeles, ebreo ucciso al corteo: "Un avvertimento per tutto il mondo"

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Paul Kessler, ebreo di 69 anni, è morto per le ferite riportate domenica 5 novembre durante gli scontri tra manifestanti filo-israeliani e filo-palestinesi a Los Angeles. Secondo l’ufficio dello sceriffo della contea di Ventura, la polizia della California, giunta sulla scena, aveva riscontrato che Kessler aveva subito un "trauma cranico". "Testimoni hanno riferito che Kessler è stato coinvolto in uno scontro fisico con uno o più manifestanti" del raduno filo-palestinese, si legge nella nota diffusa dalle forze dell’ordine, "durante l’alterco, Kessler è caduto all’indietro e ha battuto la testa a terra".

I funzionari hanno affermato che l'ufficio dello sceriffo di Ventura Country "non ha escluso la possibilità di un crimine d'odio". La natura dell'alterco resta oggetto di indagine, ma alcuni rapporti indicano che prima di cadere, Kessler è stato colpito alla testa con un megafono da un individuo coinvolto nell'evento. L'ufficio del medico legale ha poi stabilito che la morte di Kessler è un omicidio causato da un trauma cranico con corpo contundente.

"L’uccisione dell'ebreo americano Paul Kessler dovrebbe servire da forte segnale di avvertimento per il mondo intero", scrive in un post pubblicato sul suo profilo Twitter Benny Gantz, tra gli uomini del gabinetto di guerra israeliano. "Oggi - prosegue Gantz - Israele è in prima linea nella battaglia globale contro l’ideologia antisemita omicida dietro agli attacchi del 7 ottobre" di Hamas in Israele. "Chiedo ai leader mondiali e alla comunità internazionale - conclude a un mese dalla strage - di essere inequivocabili nella loro condanna del terrore e dell’antisemitismo". 

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