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Cisgiordania, "esecuzione" sulla gru: una fine orribile

Carlo Nicolato
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Martedì scorso le Forze di Difesa Israeliane avevano effettuato un raid con droni e di terra a Tulkarem, in Cisgiordania, uccidendo 6 terroristi. Venerdì notte due palestinesi identificati in Hamza Mubarak, 31 anni, e Azam Juabra, 29 anni, sono stati giustiziati dalla folla inferocita, appesi a un traliccio della luce e poi buttati nell’immondizia, con l’accusa di aver fornito all’Idf preziose informazioni per l’attacco. Hamza e Azam non sono stati nemmeno processati, nei video che girano su social quali X e Telegram si possono vedere i due che sotto chiara minaccia si autoaccusano. Come fanno notare i media israeliani non c’è traccia delle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese. Negli stessi video si possono poi notare i corpi dei due già senza vita presi a calci e massacrati mentre la folla grida “traditori” e “Allah akbar”, e poi gettati seminudi, ricoperti di sangue e terra, in un grande cassonetto carrabile pieno di rifiuti.

ESECUZIONI SOMMARIE
Un altro palestinese, di cui non ci sono particolari né riprese, è stato ucciso a Jenin, sempre in Cisgiordania, con accuse simili. L’ala militare di Hamas in Cisgiordania ha poi pubblicato un documento in cui ribadisce le accuse ai tre palestinesi ribadendo che sono stati “giustiziati” da un plotone d’esecuzione e poi impiccati al traliccio con l’accusa di spionaggio. «Chiunque sia coinvolto in qualsiasi caso nell’assassinio dei nostri combattenti», dice Hamas, «lo attaccheremo, lo perseguiteremo e gli imporremo una condanna a morte». Terrificanti mattanze, senza alcun rispetto per qualsiasi legge o diritto umano, non sono una novità per la Palestina. Un rapporto di Amnesty International, non certo un’organizzazione amica di Israele, denuncia che durante l’offensiva militare israeliana di luglio e agosto 2014 i terroristi hanno condotto una brutale campagna di rapimenti, torture ed esecuzioni extragiudiziali contro palestinesi accusati di “collaborare” con Israele e altre entità.

 

 

Si parla di almeno 23 esecuzioni sommarie per strada oltre all’arresto e la tortura di decine di persone tra cui membri o simpatizzanti di Fatah, il partito rivale politico di Hamas. «Nel caos totale del conflitto il governo de facto di Hamas ha dato carta bianca alle proprie forze di sicurezza per commettere terribili abusi... Questi atti, alcuni dei quali costituiscono crimini di guerra, avevano come unico scopo vendicarsi e creare un clima di paura in tutta la Striscia di Gaza». E sta succedendo in questi giorni, in particolare in Cisgiordania, in concomitanza con i festeggiamenti per il rilascio dei primi detenuti palestinesi, ai quali si sono aggiunti, come in un macabro rituale tribalico, sacrifici umani.

 

 

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