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Re Carlo e il tumore, "un segnale sinistro" dalla residenza di campagna

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Re Carlo III e il tumore? "Indubbiamente un cattivo esempio, per l’intera comunità scientifica". La sentenza, durissima, sul monarca inglese a cui nei giorni scorsi è stato diagnosticato un cancro è di Melania Rizzoli, sul Giornale.

La critica non è ovviamente alla decisione dei Windsor di comunicare prontamente ai sudditi le condizioni di salute del sovrano (che sta già seguendo le terapie), quanto alla scelta di affidarsi al medico personale di Carlo, il 71enne dottor Michael Dixon, "notoriamente accanito sostenitore dell’omeopatia, una pratica considerata dalla medicina tradizionale alla stregua di un placebo" e senza alcun effetto terapeutico riconosciuto scientificamente.

 

 

 

"Nel momento in cui una importante personalità come Re Carlo rivela di soffrire di una malattia oncologica e si ritira nella sua residenza di campagna nella contea di Norfolk assieme al suo amico medico omeopata per affrontare al meglio la sua patologia - scrivela Rizzoli -, la notizia suona come un sinistro sostegno della monarchia più famosa, e agli occhi di milioni di pazienti, come una sorta di marchio di garanzia di serietà e legittimità a una pratica da decenni mai riconosciuta e molto discussa".

 

 

 

Un giudizio, quello della giornalista, sposato anche dall'infettivologo Matteo Bassetti, che spesso in tv in queste settimane ha speso parole di condanna nei confronti del figlio della compianta Regina Elisabetta, troppo "leggero" nel veicolare l'appoggio alle pratiche omeopatiche anche in situazioni così gravi e serie.

Peraltro, sottolinea sempre Melania Rizzoli, la nomina del dottor Dixon, con il suo carico di posizioni antiscentifiche, non sarebbe stata di certo approvata dalla Regina. Elisabetta "non avrebbe di certo sostenuto la sostanza più famosa prodotta dall’omeopata, ovvero l’Epimedium, in inglese detta «erba della capra eccitata», un rimedio pubblicizzato dallo stesso per curare l’impotenza, o la «cura della luce bianca», un trattamento stravagante che consisteva nel passare le mani lentamente sul corpo nudo dei malati cronici per aiutarli a guarire, un metodo suggerito al sanitario da una guaritrice cristiana conosciuta nella sua clinica, come anche la «terapia del campo di pensiero» (Tft) per curare le fobìe e le malattie mentali, tutte pratiche subito bocciate sonoramente dalla American Psychological Association".

 

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