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TikTok è un obiettivo politico: così Donald Trump prova a scalare il social

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Nell’ambiente spietato delle telecomunicazioni, TikTok è mito poetica moderna. TikTok è la visione di Negroponte che ha divorato la Rete avvolgendola nelle sue spire come i serpenti di Poseidone facevano col Laocoonte del mito greco. TikTok è materiale radioattivo.

Non è un caso che, con 170 milioni di utenti solo negli Stati Uniti, e alle soglie di una delle elezioni Usa più minacciose di sempre, il più grande social network del mondo si trovi, adesso, al centro del mirino. Per TikTok è un tutt’un crescendo. Prima la multa dell’antitrust italiano di 10 milioni euro (una pinzellacchera); poi il disegno di legge Usa, il Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act per obbligarlo a separarsi formalmente da ByteDance azienda di proprietà cinese, altrimenti «l’utilizzo dell’applicazione sarà bandito su tutto il territorio americano»; infine, dopo la messa al bando della app di condivisione video ecco profilarsi all’orizzonte la figura di Steve Mnuchin. Dietro Mnuchin, di solito, s’allunga l’ombra di Trump. (...) 

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