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Giorgia Meloni a Tunisi, non solo immigrazione: intese a tutto campo

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L’andamento delle partenze di immigrati dalla Tunisia ha preso la piega giusta, ormai da mesi. Dall’inizio dell’anno a ieri ne sono giunti sulle coste italiane 7.245, che rispetto ai 18.600 dello stesso periodo del 2023 significa un calo del 61%. Frutto anche del lavoro delle autorità tunisine, che in questi tre mesi e mezzo sostengono di aver intercettato oltre quarantamila partenti. C’è ancora tanto da fare, insomma, ma il livello di preoccupazione a palazzo Chigi è assai più basso che nei mesi scorsi.

Non è per chiedere un cambio di politica al presidente Kais Saied nel contrasto ai trafficanti di esseri umani, quindi, che Giorgia Meloni si presenta stamattina da lui a Tunisi, per la quarta volta in meno di un anno. Per capire ciò che inizia oggi bisogna tornare al consiglio dei ministri del 15 febbraio, quando la premier fece agli altri membri del governo un discorso il cui succo era: cari ministri, non possiamo avvicinarci ai Paesi africani solo in termini di immigrazione e sicurezza, quindi è il caso che ognuno di voi mi porti dei progetti per rafforzare i nostri rapporti con quei governi e quei popoli. Chi si occupa dell’istruzione mi proponga qualche buona idea sulle scuole, chi ha competenze sui beni culturali lo faccia con i musei e il restauro del loro patrimonio archeologico, e così via. (...)

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