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Berlino, incendio al Diehl Metall: gli 007, dietro c'è la mano di Mosca

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Ci sarebbe la "manina" di Mosca dietro l'incendio all'impianto Diehl Metall di Berlino, avvenuto lo scorso 3 maggio. Il rogo sarebbe infatti stato provocato da sabotatori russi secondo quanto riportano i giornali Bild (tedesco) e Wall Street Journal (americano) che citano fonti anonime dei servizi segreti tedeschi.

Al momento le autorità sostengono ancora che l’incendio sia stato causato da un "difetto tecnico". Il Wall Street Journal scrive che "le autorità dei Paesi europei sono riluttanti d incolpare pubblicamente Mosca per evitare una ulteriore escalation" nel contesto del conflitto in Ucraina ma "internamente, presumono che la Russia stia prendendo di mira anche strutture militari e civili nell’Europa occidentale come parte della sua guerra di aggressione" contro il Paese vicino.

 

 

L'azienda Diehl Metall è un conglomerato attivo anche nella produzione di armamenti - il sistema di difesa aerea Iris-T, attualmente in uso in Ucraina - ma non nello stabilimento di Berlino dove vengono perfezionati soprattutto componenti metallici per l’industria automobilistica, come precisa Michael Nitz, portavoce di Diehl.

Nelle immediate vicinanze della fabbrica, subito dopo lo scoppio dell'incendio, erano state "rilevate sostanze pericolose per la salute": "Possiamo confermare che anche sostanze chimiche stanno bruciando nell'edificio. Vi sono immagazzinati acido solforico e cianuro di rame. C'è il rischio che si formi acido cianidrico".

 

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