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Edwark Luttwak stronca Kamala Harris: "Il tic nervoso alla frontiera", l'episodio che spiega tutto

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Joe Biden lascia la corsa alla Casa Bianca e indica Kamala Harris, sua vicepresidente, come erede designata a sfidare Donald Trump il prossimo 5 novembre. I fatti sono noti, ovviamente: dominano il dibattito pubblico e mediatico da giorni. E così, anche in Italia, stiamo imparando a conoscere sempre meglio Kamala Harris: chi è, chi crede di essere, chi vorrebbe essere.

E su di lei, ecco che Edward Luttwak spende parole pesantissime, in un ritratto pubblicato su Il Giornale dove non fa sconto alcuno. "Il fatto che Harris sia una politica straordinariamente calcolatrice, che ha iniziato a perseguire le più alte cariche prima dei 18 anni, scegliendo un’identità nera anziché indiana, e scegliendo la modesta istruzione della Howard University anziché Stanford, dove il padre giamaicano di alta élite avrebbe insegnato a lungo, a causa della sua confraternita politicamente potente Alpha Kappa Alpha, può soltanto mitigare le sue tremende carenze come candidata alla Casa Bianca", premette il politologo Usa.

Dunque Luttwak ricorda come alla vicepresidente fu affidato il compito di frenare l'ondata migratoria che colpisce gli Usa al Messico. Risultati? Zero. "Ha fatto una brevissima e inutile visita al confine invece di rimanere a Washington per mettere a punto e attivare misure efficaci per ridurre drasticamente l’afflusso di immigrati: aggiungere personale da altre agenzie di polizia federale, adottare procedure di rimpatrio immediato e così via. Di conseguenza, Kamala Harris ha fallito quando le è stata offerta l’unica opportunità di dimostrare la sua capacità di governare il Paese", picchia durissimo.

 

Ma non solo. Il politologo ricorda poi uno degli episodi più controversi e che più hanno impattato negativamente contro la Harris. "Inoltre - riprende -, durante la sua visita alla frontiera, il tic nervoso che porta Kamala Harris a scoppiare in una risata incontrollabile era in piena evidenza in uno scenario particolarmente desolante. Sembra improbabile che possa cavarsela bene in una campagna contro Trump, a meno che il suo vicepresidente non riesca a fare per lei ancora più di quanto l’intelligente Vance, con la sua moglie non bianca e molto istruita, possa fare per Trump. Da privato cittadino che decenni fa era amico di Biden nonostante le divergenti preferenze politiche, non provo alcun piacere nell’anticipare cosa avverrà: o la scelta del successore di Biden sarà scavalcata dalla Convenzione democratica di Chicago o si tradurrà in una débâcle a novembre", conclude profetico Edward Luttwak. Insomma, per lui Kamala Harris contro Donald Trump non ha un briciolo di speranza.

 

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