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Germania in recessione, il ministro Habeck: "Colpa del clima"

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La Germania rivede al ribasso le previsioni sul Pil per il 2024: meno 0,2%. Per il secondo anno consecutivo, quindi, quella che veniva definita "locomotiva d'Europa" è in recessione. Il Pil della prima economia europea, infatti, aveva già subito una contrazione dello 0,3% nel 2023. Il dramma era stato anticipato nei giorni scorsi dalla Suddeutsche Zeitung. Ora l'ufficialità. Stando ai dati presentati a Berlino, la crescita, dell’1,1%, è prevista nel 2025, con la tendenza al miglioramento che si consoliderebbe solo nel 2026 con un +1,6%. 

Sorprende però la spiegazione data dal ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck che oggi, mercoledì 9 ottobre, ha presentato le stime autunnali sul prodotto interno lordo della Germania. Prima ha detto che è "decisivo" che il pacchetto per la crescita preparato dal governo venga "implementato subito". Poi ha attribuito la responsabilità della crisi a un elemento specifico, che ovviamente nulla ha a che fare col governo: "Serve sicurezza nella pianificazione. Il problema non è la politica del clima ma il cambiamento climatico. Gli studi dimostrano che se non si prendono le misure necessarie, gli effetti negativi saranno fino a sei volte più forti".

 

 

 

Sulla situazione economica tedesca pesano degli elementi ben precisi. Nonostante l'evento degli europei di calcio di quest'estate e l'aumento del potere d'acquisto grazie agli aumenti dei salari, i consumi privati sono rimasti deboli. Quindi a pesare sono da una parte la debolezza della domanda, sia interna che estera, dall'altra una politica monetaria piuttosto restrittiva. Tra l'altro, come spiegato dal ministero dell'Economia tedesco, ci sono due indicatori, ovvero la produzione industriale e il clima imprenditoriale, che mostrano come l'attuale fase di debolezza continuerà anche nella seconda metà di quest'anno. 

 

 

 

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